Apre a dicembre il Miac, a Roma, il nuovo Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema.
Cinecittà si rigenera, dallo spazio, che un tempo era occupato dal Laboratorio di Sviluppo e Stampe, su un’area di 1650 metri quadrati, nasce il Miac. Con un costo di 2,5 milioni. Il percorso si sviluppa in 12 ambienti divisa da un lungo corridoio multimediale su cui scorrono le tappe fondamentali: dalla nascita della radio all’Oscar a Lina Wertmüller. Ogni sala un tema: Potere, Commedia, Lingua, Eros, Cibo, Maestri… Non solo dello schermo — Totò, Mastroianni, Sordi, Troisi, la Magnani, la Cardinale, la Vitti — ma anche della cronaca, dai papi ai leader politici. E della musica, con le note di Morricone, Trovajoli, Piovani.
Sarà un’occasione per potere vedere la storia del cinema e della televisione, ovvero i due media che, più di tutti, durante il XX secolo, hanno saputo raccontare il nostro modo di vedere il mondo, accompagnando la crescita tecnologica e sociale dell’Italia.
Il progetto è nato da una collaborazione tra Mibac, Istituto Luce-Cinecittà, Rai Teche e Centro sperimentale di cinematografia; è curato da Gianni Canova, storico del cinema, Gabriele D’Autilia, storico della fotografia, Enrico Menduni, storico dei mass media, da Roland Sejko, regista, ed è allestito da ‘None collective’.
Questo l’indirizzo del Miac:
MIAC
Studi di Cinecittà
Via Tuscolana, 1055 – Roma
Apertura: Dicembre 2019
Il sogno collettivo del cinema, sarà possibile a Roma, “città creativa’ del cinema”. Verso la fine del 2015 Roma è stata nominata città creativa del cinema. Si tratta, per il ministro del beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, di “un grande successo per il Paese e tutto il cinema italiano”. “La più importante istituzione culturale internazionale ha riconosciuto il ruolo strategico dell’industria culturale del cinema per la vita e l’identità della capitale italiana. E’ un successo che arriva in un momento particolarmente positivo per il cinema di una città che ha dato in natali ai primi studios del mondo e a una delle più antiche e prestigiose scuole di cinema. Le vie di Roma, le sue piazze, i monumenti, le chiese, i palazzi e le sue aree archeologiche e la stessa Cinecittà sono tornati a essere un set naturale per le grandi produzioni internazionali grazie alle nuove norme sul tax credit. Le decine di migliaia di persone che a Roma vivono, lavorano e sognano di cinema hanno oggi un motivo in più per essere orgogliosi”.
L’arte delle immagini in movimento viene raccontata attraverso aree tematiche e altrettante sale: da quella dedicata a attori e attrici a quella della storia, del potere, del futuro. In più, Cinecittà si appresta a dotarsi di due nuovi «studios», per potere diventare di nuovo un polo all’avanguardia.
Il museo accoglierà centinaia di film, filmati d’archivio, ma anche documenti, fotografie, interviste. Nel corso del prossimo anno verrà aperto uno spazio per le mostre temporanee e lo Spazio Lettura Tullio Kezich, con 7000 volumi provenienti dalla biblioteca personale del grande critico cinematografico.
“Abbiamo messo a disposizione l’archivio della Rai – ha detto il direttore di Rai Teche Maria Pia Ammirati – a cominciare dagli anni della radiofonia, ovvero dal 1924. Abbiamo messo a disposizione tutto quello che possediamo in termini di audiovideo dal 1954 a cominciare dagli sceneggiati che hanno fatto la storia degli anni 50 e ’60, dall’Odissea alla fiction'”. Le Teche Rai – ha aggiunto Ammirati – hanno fornito anche “i grandi lavori d’inchiesta. Facciamo vedere il grande intrattenimento, dalle gemelle Kessler fino agli anni Settanta, passando per ‘Studio1’ e ‘Canzonissima’”.
Roberto Ciccutto, presidente e amministratore delegato Istituto Luce Cinecittà, ha spiegato che il materiale esposto “sarà aggiornato con contenuti sempre diversi. Al di là delle sale immersive, nelle varie stanze vengono declinate alcuni temi: quello del potere, quello degli attori o dei premi Oscar. E poi quelli dell’eros e del paesaggio”.
Il ministero dei Beni culturali, Dario Franceschini, invece ricordato che l’idea del museo è nata “qualche anno fa ed è una soddisfazione politica vedere che in un tempo breve è stata realizzata”. Il ministro ha inoltre sottolineato che il museo è una delle prime due iniziative finanziate con il piano strategico ‘Grandi Progetti Beni culturali’ previsto dall’Art Bonus all’inizio del 2015. Ha anche evidenziato come il museo permetta “di vivere in modo nuovo e coinvolgente la grande storia del cinema italiana ma è anche aperto al futuro”. Ha poi concluso: “Sarebbe molto bello avere una sale nella quale, attraverso l’uso delle immagini, il visitatore potesse lasciare una sua dichiarazione d’amore per il cinema”.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini: “E’ un luogo importante per chi verrà, che vivrà in modo diverso l’emozione del cinema e delle immagini, ed è un luogo intorno al quale si possono costruire molte cose, sugli archivi, sul patrimonio che già c’è, e iniziative di studio, di ricerca, di formazione”.
Si tratta – ha spiegato Felice Laudadio, presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia – “di un’operazione di ricognizione del nostro passato attraverso gli archivi dell’Istituto Luce Cinecittà, di Rai Teche e del Centro Sperimentale di Cinematografia”.