di ROBERTO LUCIANI

Nato a Vibo Valentia nel 1952, Salvo Maria Fortuna si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze per diventare ben presto Docente di Discipline Plastiche presso Licei Artistici di Roma. Il Maestro ritiene tuttavia che tre sono stati gli eventi che hanno condizionato la sua futura crescita artistica: a sei anni ha vissuto per un anno a Milano dove ogni domenica si recava ad osservare la maestosità del Duomo; a otto anni, tornato nel suo paese in Calabria, una notte di tempesta è franata una collina i cui detriti erano composti d’argilla che raccolse iniziando a modellare; il contatto quotidiano con i fiori del padre floricultore capaci di appassionarlo ai colori.
Scultore e Pittore molto prolifico, possiede una cinquantennale produzione che annovera esperienze che spaziano dal linguaggio figurativo fino all’astratto. Da qualche anno, tuttavia, esce dal figurativo lasciandosi sedurre unicamente all’astratto, con una risonanza interiore d’ispirazione musicale; non è casuale che nelle sue opere spesso emergano, più o meno celate, note musicali e spartiti.
Con la memoria e il mito, la musica ha un posto rimarchevole nell’arte del Maestro. Linee e forme astratte realizzano un’alchimia di forme e colore, dinamici cromatismi che ricercano tuttavia la bellezza e l’armonia, la evocano con le loro mille sfumature, con le direzioni infinite, danzando al vivace ritmo di una musica interna capace di dialogare con il subconscio.
Cromatici Dinamismi
Si tratta di seducenti linee che si inseguono sulla tela, sulla carta o sulla ceramica (soprattutto vasi e piatti) convergendo direttamente all’anima e agli occhi dello spettatore: esili o compatte, esteriorizzate esclusivamente dai colori primari, sono capaci di celebrare la luce quando si schiariscono e scurirsi quando si sovrappongono. Il colore si modifica in casuali movimenti geometrici sciogliendosi in macchie, passando dai toni gravi a quelli acuti, così i colori vibranti, diventano fluorescenti oppure si incupiscono, realizzando un ritmico movimento continuo che denuncia la dinamica tensione e il succedersi dell’eterno movimento della vita: si veda allo scopo Sinfonia, acrilico su tela, 50×70 cm, 2019; Scalinata di Trinità dei Monti, acrilico su tela, 50×60 cm, 2020; La linea seduce il colore, acrilico su tela, 50×70 cm, 2021.

Nelle sue opere l’artista calabrese ha sempre reinterpreto poeticamente la sua istanza spirituale inaugurando stagioni nuove della sua produzione artistica, che tuttavia trova nel “segno che seduce l’anima” la simbolica rappresentazione di una interiore ed intensa esperienza, inseguendo freneticamente un dialogo con la forma e lo spazio, dove tutto è avvolto in un tripudio di vivaci colori.
Uscendo liberamente dai contorni del quadro, i colori stesi da Salvo Maria si organizzano in ampie fasce di linee di forza che partendo dall’interiore risonanza arrivano ad esprimere una dinamica tensione e il ritmo stesso dell’universo. Per il Maestro il quadro, con la sua materialità, altro non è che il frammento di uno spazio più ampio dove i segni e le linee rivelano il rapporto diretto con il divino, una sorta di astrale pseudo grafia, che tende verso il cielo alla ricerca di Dio. Con qualità tecniche squisite e straordinario fervore pittorico, i dipinti di Fortuna suggeriscono un’immagine, pur se laica, del trascendente.

Le opere al Museo Storico della Liberazione
Particolarmente significativo il rapporto di Fortuna con il Museo Storico della Liberazione di Roma in via Tasso, con l’istallazione di una scultura dedicata all’Olocausto chiamata L’Urlo, realizzata nel 1999 in terracotta e gesso patinato e la consegna il 25 aprile del 2014, Natale di Roma, alla presenza del Sindaco della città; di una scultura collocata nel Museo dal titolo Ricordo dei ragazzi che nel 1943 difesero la città dai Nazisti; di un dipinto appositamente realizzato per il “Giorno della Memoria”, Segni e colori di Auschwitz, acrilico su tela, 80×100 cm, 2021, dove i dialoghi cromatici si pongono in un drammatico contrasto di distensione e tensione per la presenza dei fili spinati e del rosso del sangue.

Le ultime mostre al Museo Archeologico di Anzio

Ha partecipato ad innumerevoli mostre personali, tra le ultime Forme Colori Emozioni al Museo Archeologico di Anzio, dove le opere contemporanee di Fortuna sono state messe in relazione con le opere classiche esposte nel Museo, manifestando quindi la combinazione di linguaggi antichi e moderni, la capacità metaforica di intuizione e anticipazione, capaci di sviluppare una profonda riflessione che ci parla del passato, del presente e del futuro (a cura di Roberto Luciani, 18-30 Maggio 2019). Tra le opere esposte abbiamo Battaglia, acrilico su tela, 80×100 cm, 2013; Ritratto di Maria Chiara, acrilico su tela, 50×70 cm, 2018 e Anemone, piatto in ceramica e acrilico, 2016, che posseggono nella genetica una componente intellettualistica, di speculazione mentale e culturale, affiorante in assunti indefinitamente formulati, impiantata a livello “concettuale” in un’analisi che si estende alle proprietà spaziali e geometriche.

Ancora il Museo Archeologico di Anzio, ha realizzato nel Maggio 2020 la mostra virtuale, causa pandemia, Salvo Maria Fortuna per Anzio Archeologia (a cura di Roberto Luciani) dove è stata esposta la produzione recente dell’artista calabrese, come La spiaggia di Nerone, acrilico su tela, 35×50 cm, 2020.
Il Sacro
La forte spiritualità e i suoi valori lo hanno portato anche a donare a papa Giovanni Paolo II un alto rilievo raffigurante una Maternità in occasione del cinquantenario della nascita della città di Pomezia (1989); a partecipare all’interno della Galleria comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma alla Collettiva Sacrosanto con l’opera Il nostro cammino (2000), altorilievo in gesso patinato e vetro; per la Giornata della Gioventù ad esporre nella chiesa di San Salvatore in Lauro un significativo alto rilievo (2000); a donare al reparto di Medicina Interna del Policlinico Agostino Gemelli di Roma un alto rilievo dal titolo Maternità; a partecipare alla Collettiva di pittura Arte e segni di pace nella basilica di Santa Maria in Aracoeli in Campidoglio (2016); a donare la scultura Il Pensiero (2019), raffigurante la testa di un teologo-filosofo barbuto nell’atto di riflettere e pensare, modellato alla maniera della plastica di Auguste Rodin, al Liceo Artistico Statale Giulio Carlo Argan di Roma; a realizzare Pietà, acrilico su tela, 80×100 cm, 2020.

Conclusioni
L’importanza di Salvo Maria Fortuna risiede particolarmente nell’aver modificato le regole del gioco modernista, aprendo ad un lessico artistico contemporaneo prospettive che vanno oltre la sua ideologia, verso la musica dell’anima e un nuovo linguaggio della bellezza.
I colori escono liberamente dalle tele, dai contorni fisici, organizzandosi in ampi fasci di linee di forza che giungono ad esprimere la tensione dinamica e il ritmo dell’universo.
Nelle sue opere Salvo Maria ha sempre reinterpretato poeticamente la sua istanza spirituale inaugurando nuove stagioni della sua produzione artistico-pittorica, che tuttavia trova nel “segno che seduce l’anima” la rappresentazione simbolica di un’intensa esperienza interiore. L’artista calabrese insegue spasmodicamente un dialogo con lo spazio e la forma, dove tutto è avvolto in un tripudio di colori caldi e vivaci.