Lo studio Piuarch (Brera – Milano) è stato fondato nel 1996, da Gino Garbellini (Tirano- 1964, laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano nel 1989), Francesco Fresa (Roma-1963, dove si è laureato in Architettura all’Università La Sapienza nel 1990), German Fuenmayor ( Caracas -1962, laureato in Architettura all’Universidade Central de Venezuela nel 1985) e Monica Tricario (Milano – 1963, dove si è laureata in Architettura al Politecnico nel 1989).
Lo studio di architettura Piuarch è un collettivo composto da 40 tra architetti e ingegneri, guidati dai quattro partner e da 11 associati. Ha progetti sia in Italia sia all’estero: edifici a grande scala, edifici per il mondo del lusso, interventi di ristrutturazione, di consolidamento e ampliamento su strutture preesistenti, rigenerazione urbana con orti urbani e giardini pensili.
Piuarch si è aggiudicato la 1a edizione dell’ “Architetto Italiano 2013”, assegnato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, in collaborazione con il MAXXI di Roma, evidenziando la “grande capacità di dialogo con realtà diverse per cultura, aspettative, risorse economiche e tecniche” (Cino Zucchi, Presidente della Giuria).
Luca Gibello per “Il giornale dell’architettura” intervista l’arch. Francesco Fresa:
Voi lavorate molto anche all’estero. Vi sono differenze nell’esercizio della professione rispetto all’Italia?
In Italia, a partire dagli anni sessanta e settanta è venuta a definirsi, rispetto a paesi come Francia e Germania, una particolare idea del ruolo dell’architetto che ha portato fondamentalmente a una diversa concezione della pratica professionale e a una cattiva architettura diffusa. Negli anni ottanta e novanta l’architetto pareva più, a seconda dei casi, un decoratore, un teorico o un faccendiere. Ciò ha di fatto provocato uno scollamento tra percezione dell’architetto e reale esercizio professionale e, ancor più, tra architetto e accademia, con la letale imposizione legislativa che richiedeva di scegliere tra carriere. Così, in Italia, paese in cui si concentra il 70% del patrimonio Unesco, dagli anni sessanta abbiamo assistito alla moltiplicazione (pari talvolta a 5 volte lo stato precedente) del patrimonio costruito, con la conseguente devastazione del territorio perpetrata da progettisti privi di un’adeguata preparazione. Rispetto all’opzione accademica, noi – come altri – abbiamo invece puntato su un’architettura di qualità sul campo. È questo lo stimolo che ci ha tenuti insieme negli anni: il progettare e costruire mantenendo una qualità architettonica che continuasse a entusiasmarci.
Rispetto alle vicende effimere delle mode da un lato e, dall’altro, alle esigenze di flessibilità e reversibilità, in che termini si può affrontare oggi il tema della durata di un’architettura?
Guardando alle città italiane, trovo che l’aspetto più appassionante sia la capacità dell’architettura di presentare caratteri consolidati, sapendosi al contempo rinnovare ma mantenendo tuttavia un rapporto di continuità con la storia. Roma è l’esempio emblematico di un organismo urbano capace di rigenerarsi e stratificarsi sempre a partire dalla proprie fondamenta: paradossalmente, ciò è avvenuto ancora anche nel ventennio fascista. Dopo, invece, hanno prevalso la devastazione del territorio e l’assenza di qualità del costruito.
L’architettura deve poter durare secoli ma, al contempo, dimostrarsi pronta, dopo un periodo non troppo lungo, a essere trasformata. Ciò a cui non bisogna cedere è l’idea di congelamento. In Oriente c’è un’idea della sostituzione che è molto forte e impedisce un discorso di valorizzazione patrimoniale tout court. Per conservare la propria storia bisogna anche saper discernere tra valori permanenti e non.
Per concludere, tre parole chiave per l’architettura del futuro.
Contesto, identità, qualità.
Lo studio di architettura Piuarch è un collettivo caratterizzato da uno stile autonomo dalle correnti culturali alla moda, che si adatta al contesto del progetto da edificare.
Piuarch: “Nel nostro approccio progettuale, l’architettura è sempre in relazione con il contesto, il singolo edificio è sempre visto come parte del tutto. Ogni edificio deve dialogare con la storia, le caratteristiche e le esigenze di un particolare luogo e tempo. Allo stesso tempo la nostra architettura è moderna, utilizza un linguaggio contemporaneo, ma prende sempre spunto dalle caratteristiche specifiche del sito. Progettiamo edifici con una forte identità, che arricchiscono il tessuto urbano in cui sono inseriti, e allo stesso tempo lo rispettano”.
Il loro lavoro intende il contesto non solo come spazio fisico ma anche come ambiente culturale e artistico, rispetta l’architettura storica e si concentra sulla qualità ambientale, culturale, economica, sociale e artistica.
Tra i premi ricevuti ci sono: Architetto Italiano 2013, assegnato dal Consiglio Nazionale degli Architetti in collaborazione con il MAXXI di Roma; 2012 Triennale di Milano, Medaglia D’Oro per l’Architettura Italiana – Menzione d’Onore, per il progetto Bentini Headquarters; 2010 Invitation for participation in the XIII International Architecture Exhibition in Venice, Italy Pavilion; 2009 Invito alla partecipazione alla XII Mostra Internazionale di Architettura a Venezia, Padiglione Italia; 2006 Triennale di Milano, Medaglia D’Oro per l’Architettura Italiana – Menzione d’Onore, per il progetto D&G Headquarters; The Architectural Review, Emerging Architecture Awards – Menzione d’Onore, per il progetto D&G Headquarters; 2002 Accademia Nazionale di San Luca, Premio Giovani – progetto selezionato-Comune di Milano, premio Il principe e l’architetto – progetto selezionato-Ecoscuola. Venti progetti per una scuola a Bagno a Ripoli – progetto selezionato- Premio Europeo di Architettura “Luigi Cosenza” – progetto selezionato; 2001Bauwelt Preis – progetto selezionato; 2000 Premio Europeo di Architettura “Luigi Cosenza” – progetto selezionato.
Bianca Felicori intervista Francesco Fresa (Piuarch) per Artribune:
La morfologia urbana di Milano sta cambiando rapidamente: il centro viene ristrutturato e nuove aree vengono riqualificate. Voi siete tra gli studi più attivi in questo processo di rigenerazione. Come immaginate la città in un futuro prossimo?
Milano ha saputo raccogliere il ruolo fondamentale di città di medie dimensioni dell’Europa, a discapito delle metropoli. Luoghi come Milano, Bruxelles, Amsterdam stanno emergendo in maniera vincente perché riescono a unire efficienza a un livello alto di vivibilità. La città si sta organizzando, la nuova architettura sta diventando iconica. Il progetto per Piazza Cordusio dimostra come sia possibile ristrutturare l’esistente e allo stesso tempo realizzare grossi interventi come Porta Nuova o City Life. Noi partecipiamo a questo progetto di rigenerazione urbana viaggiando su due binari: interventi a larga scala, gestiti da fondi immobiliari esterni, e interventi di ricostruzione di spazi collettivi come gli orti urbani, spesso autofinanziati.
Tra i progetti più interessanti si ricordano:
- La Banque Libano Francaise (BLF) un edificio alto 120 metri, con una superficie di mq. 28.500, con volumi sfalsati, al centro di Beirut è stato progettato con un giardino interno protetto, creato dalle scale interne.
- Il quartiere generale di Gucci a Milano, del 2012, di 30.000 metri quadrati, è un progetto di riqualificazione del complesso dell’ex fabbrica Caproni, che punta alla valorizzazione delle architetture industriali, sorte negli anni ’20.
- L’edificio di uffici a Roma, progetto del 2015, rappresenta l’elemento cerniera tra il ponte che collega la nuova stazione FFSS alla via pedonale dell’area che ospiterà il nuovo stadio della Roma a Tor di Valle; grandi serre vetrate arricchiscono la geometria e apportano benefici bioclimatici all’edificio.
Link e Foto:
- http://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/who-is-who/2018/03/rigenerazione-urbana-intervista-piuarch/
- http://www.archilovers.com/projects/223900/palazzo-broggi.html
- https://www.piuarch.it/
- http://www.floornature.it/piuarch-8094/
- http://designandcontract.com/it/progettisti/piuarch
- http://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2016/10/11/piuarch-la-bellezza-dei-ventanni/