I Premi di Architettura Contemporanea 2018 hanno decretato il buono stato dell’architettura contemporanea italiana. Probabilmente ancora, in percentuale, relativamente poco diffusa, ma di ottima qualità.
L’organizzazione, del Premio dell’Unione europea per l’architettura contemporanea, (un evento biennale destinato a dare visibilità e il giusto riconoscimento a opere architettoniche esemplari e di eccellenza), gestita congiuntamente dalla Commissione europea e dalla Fondazione Mies van der Rohe, ha annunciato l’elenco delle 383 opere in gara per l’ottenimento del premio.
Diciasette saranno i progetti in Italia (circa il cinque per cento):
- ANM 2018 / Intervento sull’ordinario, Modica di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo
- Atelier Marco Bagnoli, Firenze di Studio Toti Semerano;
- Bibliothek Benediktinerstift Marienberg a Burgusio di Werner Tscholl Architekt;
- Casa Fantini a Pella di Lissoni Architettura;
- Chapel of Silence a Brescia, Studio Associates;
- Engie Headquarters a Milano di Park Associati;
- Terra Madre – Scuola d’infanzia Sandro Pertini e piazza pedonale a Bisceglie, di Luca Peralta Studio e 3TI Progetti;
- Progetto di accessibilità per la Riserva Naturale delle Incisioni di Ceto, Cimbergo e Paspardo (Sito UNESCO n.94) a Paspardo di Babau – Bureau, Elisa Brusegan;
- Ristrutturazione di due case contadine a Gremiasco di Studio Albori;
- STONED a San Quirino di ELASTICOSPA+3;
- Prada productive headquarter ad Arezzo di Canali associati s.r.l.;
- Lavazza Headquarters a Torino di Cino Zucchi Architetti;
- Bildungsensemble Terenten a Terento di feld72 Architekten;
- Museo M9 a Mestre di Sauerbruch Hutton;
- Torre Fondazione Prada a Milano di O.M.A.;
- Vatican Chapel / Pavilion of the Holy See alla Biennale di Venezia 2018 di Souto Moura – Arquitectos, SA;
- Corte del Forte a Venezia di Rintala Eggertsson Architects.
Inoltre ci sono anche due studi italiani che hanno costruito all’estero:
- “The House of Leaves”. National Museum of Secret Surveillance a Tirana dello Studio Terragni Architetti (Elisabetta Terragni, xycomm, Daniele Ledda);
- The Courtyard House – Casa Paci a Shkodra dello studio Filippo Taidelli Architetto.
La Giuria selezionerà 40 opere e i 5 progetti finalisti, che saranno scelti per la premiazione finale, il 7 maggio, al Padiglione di Mies van der Rohe, a Barcellona.
Fabrizio Rostelli lavocedinewyork.com:
“Parlando invece di luoghi abbandonati, ho letto del tuo progetto a Porto Palermo in Albania: il recupero di 24 strutture militari in disuso.” (“The House of Leaves“. National Museum of Secret Surveillance a Tirana dello Studio Terragni Architetti -Elisabetta Terragni, xycomm, Daniele Ledda).
Elisabetta Terragni, figlia del celebre Giuseppe:
“Questo progetto ha una forte componente di ricerca ed è legato ad altri progetti che stiamo portando avanti sul tema della memoria repressa. Il recupero della base militare, del tunnel e del suo sottomarino rappresenterà un’immersione nella guerra Fredda. Adesso stiamo lavorando a Tirana in una casa del centro che era la sede dei servizi segreti durante il periodo comunista. (…)Il fattore umano è molto più importante della costruzione. La casa diventerà un museo sulla sorveglianza e si chiamerà House of Leaves, casa delle foglie, che è il nome in codice dei servizi segreti. I luoghi mi interessano se hanno una storia da raccontare non se devo trasformarli in un loft. Io sono interessata a lavorare su progetti pilota e a portarli a termine perché credo che i progetti sperimentali cambino davvero il mondo”.
Fabrizio Rostelli:
“In Italia hai realizzato qualche progetto sul tema del recupero dei luoghi abbandonati?”
Elisabetta Terragni:
“In Italia abbiamo lavorato sul tema degli edifici abbandonati con un gruppo di artisti di Fermo che si chiama Air Terminal. Hanno utilizzato un edificio in mattoni, già fatiscente senza mai essere stato utilizzato, dell’architetto italiano Casamonti, che doveva diventare una stazione degli autobus. Hanno allestito una mostra su un hotel abbandonato e organizzato dibattiti sui luoghi abbandonati, incompiuti e di frontiera. L’edificio originario però non è mai stato nemmeno inaugurato”.
L’11 gennaio 2019 saranno resi noti i progetti vincitori che si sono distinti per la qualità delle idee e la coerenza costruttiva, attraverso l’impiego di tecnologie, consolidate o innovative della IX edizione del Premio Architettura Alto Adige alla “Festa dell’Architettura” di Bolzano, presso il NOI Techpark.
Tra i progetti selezionati vi sono quattro progetti dello studio Pedevilla Architekten, ossia La Rosa di Versciaco, l’Hotel Bühelwirt, Bad Schörgau e Casa sul Rio dei Molini.
“Per favore descrivi la tua filosofia di design”.
Pedevilla Architekten:
“I nostri edifici sono solitamente caratterizzati da un aspetto monolitico, sono terra terra e robusti. Raramente sono dettagli, ma piuttosto amanti del materiale. Cerchiamo la durata, la presenza, ma anche la sensualità nel nostro lavoro. I progetti lavorano con forme chiare, artigianalità, materiali locali e si evolvono da realtà funzionali e regionali.”
“Come trovi l’ispirazione?”
Pedevilla Architekten:
“Nel trattare con il luogo, il cliente, i requisiti di utilizzo, la topografia, le condizioni climatiche, le condizioni locali e materiali, la natura e il paesaggio.”
Inoltre sono stati selezionati:
- San Giuseppe nel bosco di Messner Architects;
- Hotel Lamm di Senoner Tammerle Architekten;
- l’Headquarters Volksbank Südtiroler di Christian Rübbert Architekt;
- Habitat UA di Andreas Gruber;
- Haus & Schuhe Pertinger di Forer Unterpertinger Architekten;
- Recupero del corpo C del Forte di Fortezza ad infopoint BBT di Markus Scherer Architekt;
- Felderhof – Extension di Pavol Mikolajcak;
- Kindergarten a Valdaora di Sotto di feld72 Architekten;
- Sala Prove musicali, Nalles di Trojer Vonmetz Architetti;
- Ponte pedonale a Versciaco di Totronic;
- am Hofmannanger di Architekturkollektiv nu//17.
Alla Festa dell’Architetto 2018, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori è stato assegnato il Premio Architetto italiano 2018 a Map Studio – di Francesco Magnani e Traudy Pelzel – per il progetto Tramway Terminal, la pensilina di capolinea del tram realizzata a Piazzale Roma a Venezia(al Premio Architetto italiano stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica).
“MAP Studio è un ufficio di architettura fondato a Venezia nel 2004 da Francesco Magnani (1971) e Traudy Pelzel (1967),(…). Le opere di MAP Studio sono state riconosciute e premiate, nonché pubblicate da riviste di architettura internazionali. Il progetto più importante di MAP Studio, il recupero della Torre di Porta Nuova all’Arsenale di Venezia, ha ricevuto il Pietro Torta Award 2011 e la Piranesi Honorable Mention 2011, e nel 2013 è stato candidato al Mies van der Rohe Award. I progetti di MAP Studio sono stati presentati nella mostra promossa da Wonderland – Platform for European Architecture a Venezia, Zagabria, Lubiana, Vienna, St. Veit an der Glan, Brno, Barcellona, Firenze e Bratislava.”
A colpire la giuria, presieduta dall’architetto Dominique Perrault,” il linguaggio contemporaneo elegante e misurato che parla di ricerca tecnologica e studio del dettaglio.”
Il collettivo Orizzontale – di Giuseppe Grant, Margherita Manfra, Nasrin Mohiti Asli, Roberto Pantaleoni, Stefano Ragazzo – si è aggiudicato il Premio Giovane talento dell’Architettura italiana per Progetto 8 ½ situato a Roma.
Nicola Gerundino per Zero: “ll progetto che ritenete sia maggiormente esemplificativo della vostra idea di architettura?” Orizzontale: “Largo Perestrello, immaginandone anche un futuro sviluppo, ha tutte le carte per racchiudere la nostra idea di spazio pubblico. Anche il progetto di Aprilia, Prossima Apertura, in cui ci confrontiamo con un’amministrazione per un progetto a lungo termine, potrebbe permetterci di mettere in pratica tutto quello che abbiamo imparato in questi anni.”
Nicola Gerundino per Zero: “Chiamate “macchine” le installazioni che realizzate in spazi esterni: è un termine che mi ha incuriosito, cosa vuol dire?” Orizzontale: “Usiamo il termine “macchine” perché trasmette un senso di trasformabilità e dinamicità. Richiama le macchine sceniche dei teatri, che spostano le scenografie per accompagnare il lavoro degli attori. Ecco, noi ci aspettiamo dalle nostre installazioni la stessa leggerezza delle scenografie, ovvero uno sfondo davanti al quale si compie il “meraviglioso urbano”.
Nicola Gerundino per Zero: “A Roma avete realizzato molti interventi, ci potete raccontare i principali?” Orizzontale: “Personalmente credo di avervi conosciuto per l’installazione realizzata all’ingresso del Forte Prenestino. L’installazione al Forte è l’unica che ancora rimane visibile, anche se terribilmente malconcia e mutilata dal tempo – doveva rimanere lì solo l’estate del 2012, in teoria. Gli altri sono stati progetti temporanei o con una matrice più commerciale.”
Al Palazzo della Triennale, c’è stata la premiazione della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2018, premio che punta a promuovere l’architettura contemporanea italiana come costruttrice di qualità ambientale e civile. A vincere la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana 2018 è stato il duo Feld72 – con sede a Vienna e in provincia di Bolzano – con il Kindergarten Niederolang a Valdaora (Bolzano), ultimato del 2016. A farli primeggiare sono stati “l’attenzione al contesto e il dialogo con lo spazio e l’ambiente”, ha dichiarato il presidente della Triennale di Milano Stefano Boeri.
Secondo Stefano Boeri, “Intendendo l’architettura come una prospettiva sul mondo, i progetti premiati si distinguono – oltre che per la carica di innovazione progettuale – per una forte attenzione a urgenze del contemporaneo quali sostenibilità, dialogo con lo spazio e l’ambiente, responsabilità sociale”.
Bianca Felicori per Artribune:
“ Motivo per cui siete stati nominati all’European Union Mies Van Der Rohe 2019 con il progetto di Engie in Bicocca…” Filippo Pagliani e Michele Rossi, lo studio Park Associati
M. R.: (…) F. P.:
“Il tema del recupero architettonico sta assumendo sempre più importanza e noi gli siamo molto legati. Nel recupero di un edificio tratti e interpreti il tema ogni volta in maniera diversa, con differenze impressionanti tra un progetto e l’altro: ci sono ristrutturazioni filologiche, come il caso della Serenissima, o trasformazioni violente come per Engie, in cui non si riconosce più quello che c’era prima.”
Bianca Felicori per Artribune:
“Tornando all’ampliamento dello studio, avete lanciato una call per la Design Week 2019 rivolta a designer under 30. L’idea è quella di fare una mostra nei nuovi spazi dello studio. Da dove nasce questo progetto?”
F. P.:
“Quando ci siamo allargati al piano terra ci siamo accorti di come il nostro studio, con la corte interna del palazzo, entrasse in relazione con la strada e con il mondo esterno. Allora ci siamo domandati se non tenere uno spazio flessibile nel suo utilizzo, così da organizzare e immaginare eventi che possano susseguirsi in tempi e modalità diversi, tra mostre, presentazioni di libri e molto altro. Abbiamo già organizzato una mostra personale di Thomas Berra; per Bookcity c’è stata la presentazione del libro Disegnare con gli alberi di Marco Bay.”
M. R.:
“Quest’anno, in occasione della Milano Design Week, abbiamo fatto la prima mostra, presentando il lavoro di una coppia di giovani designer italiani: FromOuterSpace, con l’idea di fare qualcosa nello spirito del design meno mainstream e non commerciale. Vogliamo dare visibilità e spazio ai giovani. E magari scoprire un talento nel design che, grazie a questa possibilità, inizia la sua ricerca personale. In questo senso abbiamo lasciato molto libera la call.(…)”
Bianca Felicori per Artribune:
“Ultima, fondamentale, domanda. Che idea vi siete fatti di Milano in questi anni cruciali di intensa trasformazione?”
M. R.:
“Dal nostro punto di vista, il bicchiere è assolutamente mezzo pieno. È comunque una città che esprime finalmente il grande potenziale che ha e che nel passato, per tanti motivi, non è riuscita a far emergere. Il discorso è lungo, le critiche potrebbero essere tante, ma è obiettivamente migliorata. I cambiamenti e gli sviluppi incontrollati non hanno molto senso, ci vuole una regia che ogni tanto manca un po’, ma tutto sommato il processo funziona. In Italia, non c’è paragone.”
F. P.:
“In questa soddisfazione generale, si spera che Milano diventi un volano per l’intero Paese. Tuttavia la sensazione è quella che non possa accadere. È l’unica città che esprime energia vera legata alla contemporaneità. Si può parlare di micro metropoli? Forse sì, anche se rispetto alle altre realtà europee l’impulso è diverso. Sicuramente ora c’è più interesse verso Milano dall’estero, e non solo dagli investitori o da chi viene qui per lavoro. È aumentato il turismo: oggi non esiste tour turistico in Italia che non tenga in considerazione Milano, cosa impensabile qualche anno fa quando era considerata un polo industriale e commerciale con La Scala e il Duomo da visitare.”
M. R.:
“Milano è diventata una città amata, oltre che dai milanesi anche da molti giovani viaggiatori, abituati a muoversi tra i poli di attrazione urbani europei e mondiali. Milano è una meta globale, unisce tradizione e sperimentazione, ci si viene per viverla e non solo per visitarla.”