Durante la fine degli anni ’50, ci fu un momento per sognare e per giocare ai film di altri lidi: era il momento dei drive in.
Il Metro Drive In è un ex drive-in di Roma, situato nella zona tra Casal Palocco e Axa, il primo ad esser stato aperto in Italia. Con uno schermo in cemento di 540 m² rappresenta il più grande schermo da drive-in tra quelli presenti in Europa. Nato su iniziativa di alcuni imprenditori locali ispirati dalla moda statunitense, e progettato da Eugenio Galdieri, fu inaugurato il 29 agosto 1957 per attirare turisti e bagnanti di ritorno dalla vicina spiaggia del Lido di Ostia. Il primo film proiettato fu La nonna Sabella di Dino Risi. La nonna Sabella, con Tina Pica e Peppino De Filippo e Sylva Koscina. Dopo un discreto successo negli anni ’60, l’area fu progressivamente abbandonata al degrado a partire dal 1986.
Il 17 luglio 1997 l’associazione Reservoir Dogs riaprì brevemente il drive-in.
Tale impresa è stata replicata l’11 e il 12 settembre 2015, quando l’associazione Cinema America ha promosso la proiezione di Grease e American Graffiti all’interno del drive-in con la collaborazione di alcuni negozianti.
In questa filosofia del vivere suburbano rientrava a pieno titolo anche il drive-in, importato dall’America, ovviamente, e simbolo di un’idea della fruizione cinematografica che legava insieme lo schermo all’auto, la Coca Cola all’hot dog, i teenagers al rock and roll, l’horror all’hamburger, i beach movies al petting, il pop corn alle cuffiette.
Una mappa dei drive in ancora non è stata stilata, ma l’impressione è che questa nuova (e vecchia allo stesso tempo) modalità, sarà l’unica possibile per guardare un film sul grande schermo nel corso della prossima estate.
Forse è venuto il momento per tornare a sognare.
La Germania, per esempio, ha già avviato da qualche settimane progetti del genere. Biglietti solo online, massimo due persone per macchine e snack venduti con le dovute precauzioni: queste le misure intraprese per evitare il contatto sociale. Bisogna fare un accordo coi Comuni, identificando aree molto grandi dove ci siano tutte le condizioni di sicurezza. Si possono studiare varie ipotesi, con automobili distanziate e tutto il resto, ma sarebbe un modo per tornare gradualmente, e prudentemente, a vivere.
Sarebbe un buona cosa; potremmo tornare tutti al cinema!
L’Italia del cinema, al primo richiamo, si è già attrezzata e sta immaginando i primi drive in in diverse città. A partire da Roma, per aree tipo Casal Palocco o Eur, poi Milano con il Bovisa Drive-In, nell’area ex Triennale Bovisa, e Bologna, intenzionata a organizzare uno speciale drive-in al posto del tradizionale cinema all’aperto di Piazza Maggiore.
Per trovare una valida alternativa Seat ha fatto una prova di drive-in lo scorso 15 maggio in Germania ma per l’occasione non c’era un western o un film di ultima generazione sullo schermo, bensì un palcoscenico adibito per ospitare il concerto della pop star locale Tim Bendzko.
Sotto al palco, dunque, largo ad una vasta schiera di auto con una troupe pronta anche a trasmettere l’evento in streaming in collaborazione con l’emittente televisiva SAT.1 mentre tutti gli automobilisti erano chiusi ermeticamente e al sicuro nelle proprie vetture.
“Inaugura il primo Drive-In Roma”. E’ il titolo di un evento pubblicato su Facebook che ha scatenato non poca curiosità
Alle spalle del progetto c’è Boanerghes, azienda di produzione artistica e comunicazione innovativa, specializzata nella start up di location, nella creazione e gestione di format artistici e nella produzione di grandi eventi. Romatoday ha raggiunto al telefono il fondatore Giovanni Calvario, per saperne di più sul “primo Drive-In romano”.
“Abbiamo pronta location e programmazione, stiamo soltanto aspettando il prossimo Dpcm nel quale è altamente probabile che sblocchino i progetti dei drive-in. Non appena ci sarà l’ok definitivo procederemo con la comunicazione ufficiale di tutto”.
E’ ora di tornare, però con la massima sicurezza.
Per fare un drive in, ci spiega Giovanni Calvario, non basta un pratone, una vasta area. Ci sono delle regole, il drive in necessita di spazi sicuri per le auto, con entrata ed uscita. Un parcheggio, ad esempio, è un luogo che facilita molto. “Consiglio di trovare una bella location privata, un parcheggio e ce ne sono tanti, anche insospettabili. Un modo per creare opportunità di lavoro, nonché un’iniziativa bella e romantica”.
Un tuffo negli anni ’60 quello del cinema drive in sul quale, giorni fa, si è pronunciato il CNA Roma con il progetto CineDrive, un ritorno al cinema in auto che sembra essere l’unica possibile ripartenza sicura dei grandi schermi e che, proprio per questo, tanti imprenditori dell’intrattenimento stanno prendendo in considerazione.
Addio sogni di drive-in per far sopravvivere il cinema all’epoca del coronavirus. I progetti elaborati da un paio di esercenti di sale cinematografiche, sono fermi al palo: la Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo non può esprimere un parere semplicemente perché manca un regolamento che regoli l’attività.
Un paio di progetti di allestimento di cinema drive-in sono, infatti, arrivati alla valutazione della Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e lì si sono fermati. La risposta che è stata data è che a Roma manca il regolamento che norma quel genere di ambienti. Non si sa quale debba essere la distanza tra un veicolo e l’altro, e quindi quale possa essere la concentrazione di auto su una data superficie. Oppure non è fissato, per esempio, se c’è un obbligo di presenza di estintori e in quale quantità. O anche quale rapporto tra personale di sicurezza e spettatori vada rispettato. A tutto questo, poi, si sommano le prescrizioni per gli esercenti legate alle norme di prevenzione sanitaria da covid-19 (sanificazione dei servizi igienici, commercio di bibite e pop corn ecc). In realtà, l’unico possibile riferimento normativo potrebbe risalire all’attivazione del drive-in di Casal Palocco (leggi qui): era il lontano 1957 e, decisamente, da allora molte regole sono cambiate.
Ma se aprirà?
Con uno schermo da 450 metri quadri il Drive-In del Lido si appresta ad essere il più grande del Lazio, e probabilmente di tutta Italia. “Partiamo il 4 luglio, con una serie di pellicole di grande livello, tra cui anteprime di film nazionali e internazionali che usciranno a settembre“, spiega Giuseppe Ciotoli, proprietario del Cineland, ai nostri microfoni.
“Il luogo è stupendo, e tutte le amministrazioni sono entusiaste: hanno capito l’importanza di una struttura di questo genere che permetterà ai cittadini di godere del grande cinema all’aperto, in totale sicurezza”, aggiunge Ciotoli.
“Chi verrà a piedi, con i motorini o le biciclette potrà guardare il film dalla platea di sdraio che stiamo allestendo, che ha 300 posti. Ci auguriamo che i cittadini di Ostia apprezzino: abbiamo lavorato duramente per permettere a tutti di godere degli spettacoli cinematografici, nonostante le restrizioni determinate dal Covid”, ci spiega Ciotoli.
“L’audio dei film potrà essere ascoltato attraverso il sonoro della radio Fm della macchina, oppure attraverso il telefonino. Si tratta di un’innovazione tecnologica, che permette un deciso avanzamento rispetto ai sistemi di audio. “Il cinema all’aperto di Ostia si prepara a richiamare spettatori anche da Roma e da tutto il Lazio”, conclude il proprietario del Cineland.
A Ostia, ma anche in altri numerosi altri posti!
Quella dei drive-in è un’immagine lontana, romantica, che associamo all’America degli anni ’50 così come raccontata in molti film nostalgici. Presto però diventerà più che mai attuale, perché la pandemia di Covid-19 ha costretto molti a cercare soluzioni alternative e pensare fuori dagli schemi. Così, nel panorama estivo dei cinema italiani, i drive-in affiancheranno le arene estive in un ideale percorso che condurrà alla riapertura delle sale al chiuso.
Ne abbiamo parlato con Davide Fontana, titolare del cinema Augustus di Velletri e promotore dell’iniziativa CineDrive, che mette insieme dodici esercenti per una ventina di location in tutto il Lazio, da Velletri a Palestrina, Anzio, Fregene e Tarquinia, con il proposito di “riavvicinarci alle persone e riavvicinare le persone al cinema”. “L’idea mi è venuta dopo venti giorni di lockdown. Ho pensato che il drive-in fosse l’unico modo per vedere film all’aperto sul grande schermo senza la paura del contagio”. Un modo, insomma, per tranquillizzare i potenziali spettatori e convincerli a tornare al cinema senza preoccupazioni, in vista della vera riapertura. Ma c’è di più.
CineDrive si pone come un’iniziativa degli esercenti e per gli esercenti. Come ci spiega Fontana, di drive-in sopravvissuti in Italia ce ne sono già, dalla Lombardia alla Campania. La differenza sta, appunto, nel fatto che CineDrive “lo fanno gli esercenti dei cinema”. Gli standard qualitativi saranno quelli di una sala cinematografica: schermi di 18 metri in aree che contengono fino a 150 automobili, con film proiettati in DCP e non in DVD. Non si tratta, dunque, di allestimenti da “feste di paese”.
Sforza ci spiega che, in una situazione incerta in cui “chiunque vuole fare cinema, anche i non addetti ai lavori”, il progetto Moviement Village dà “regole ben precise” per aprire un’arena. Come ad esempio, anche in questo caso, proiezioni in DCP, arene gestite solo da esercenti, rispetto delle norme di sicurezza in tema non solo di Covid-19, ma anche di antincendio, di pubblica sicurezza, evacuazione, etc.
All’arrivo, i clienti potranno entrare mostrando il biglietto con lo smartphone, e recarsi poi al food truck dove un operatore con guanti e mascherina consegnerà loro un box sigillato. “Se servirà”, ci spiega Fontana, “verrà anche misurata la temperatura con i termoscanner”. Fontana prevede, nella programmazione dei CineDrive, “i film di fine 2019 e quelli del 2020, fino a marzo. I film con gli incassi più alti e quelli che sono stati distribuiti in streaming tra aprile e maggio, come Favolacce e Buio. Altre Storie mi ha proposto La volta buona, film con Massimo Ghini e Max Tortora bloccato dal lockdown”.
Nel frattempo, altri si stanno muovendo con iniziative private pensate per far fronte a questa situazione senza precedenti. Se queste iniziative verranno apprezzate dal pubblico, considerando quell’aura di nostalgia romantica di cui abbiamo già discusso, è così assurdo pensare che potrebbero essere replicate negli anni a venire?
Ma, riusciranno ad aprire i drive in?