Il ponte Musmeci è un’opera d’arte dell’Ingegnere Sergio Musmeci (Roma, 1926 / Roma, 1981), i progetti e le planimetrie delle opere di Musmeci sono contenuti nel fondo archivistico “Musmeci Sergio e Zanini Zenaide”, che nel 1997 fu dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio. Nel 2003, il ponte sul Basento è stato dichiarato monumento di interesse culturale dal Ministero per i beni e le attività culturali.
La sperimentazione progettuale era volta a indagare le possibilità della forma a bordi liberi. Si tenne conto del “modello saponato” di Frei Otto, poggiato per punti e sagomato secondo l’andamento delle linee di forza. Nel modello fu introdotto un foglio di gomma tesa, i cui bordi liberi si agganciavano per punti all’impalcato superiore riproponendo, al rovescio, quanto già verificato per gli appoggi inferiori. La struttura fu poi verificata empiricamente attraverso il modello informatico.
Era il 1968, quando da bambino vidi i disegni del ponte Musmeci, quel giorno accompagnavo mio padre. Poi il modello di due campate in microcalcestruzzo e in scala 1:10, lungo circa 14 metri per i test di carico, fu costruito presso l’Istituto Modelli e Strutture di Bergamo (ISMES). La progettazione del viadotto era cominciata da un paio di anni quando, nel 1968, la Cassa per il Mezzogiorno approvò il progetto di massima e ne finanziò la realizzazione.
Ora è venuto il momento per il restauro. Il restauro di una struttura moderna. E’ stato da poco fatto un interessante webinar sul restauro del cemento armato, dal nostro Ordine degli Architetti di Roma che ha una serie di peculiarità che ne fanno un tema, perfetto e necessario, dei nostri tempi.
«Preservare e conservare l’idea originale di Sergio Musmeci e la sua intuizione statico-strutturale, senza alterare il profilo alare, la conformazione dell’impalcato, con attenzione al contesto urbano e ambientale complesso in cui è inserita un’opera straordinaria e la predisposizione di un cantiere pilota per attuare strategie specifiche per ogni parte del ponte senza gravare sulla mobilità».
Sono stati i punti di forza del team italo-svizzero, vincitore del concorso di progettazione per il restauro conservativo del Ponte Musmeci.
Dopo nove mesi dal lancio del concorso di progettazione in due fasi, per il restauro conservativo e la valorizzazione del Viadotto dell’Industria di Potenza, per il Ponte Musmeci a ottenere il punteggio più alto, con un punteggio di 84 punti sugli altri 4 raggruppamenti, è stato il gruppo guidato da E.T.S. Spa Engineering and Technical Services.
Il gruppo ha vinto il concorso del ponte, portando un restauro che manterrà tutte le soluzioni del Progettista, Musmeci, lasciando intatta la soluzione spaziale della struttura. Agendo sulla duttilità del ponte anziché incrementarne la resistenza, si garantirà un miglioramento globale della dinamicità della struttura, aumentandone la capacità di deformazione.
Nel team anche Carmen Andriani (architettura, contesto e coordinamento generale), Mario Avagnina (restauro), Roberto Gargiani (aspetti storici), Aurelio Muttoni (strutture), Joseph Schwartz (strutture), Giulia Boller (strutture) e lo studio romano Valle 3.0 srl (progetto di seconda fase). Il gruppo, inoltre, si è avvalso anche del lavoro degli architetti Lukas Ingold, Fulvio Maccarone, Andrea Quartana, Francesca Berni, Tomaso Tedeschi, Fondaco Studio Architetti e degli ingegneri Debora Benfatto, Pierluigi D’Acunto e Frédéric Monney.
E’ stato un concorso su una opera strutturale in cemento armato, tra i primo nel mondo; un progetto complesso con un risultato che assume nella semplicità del risultato la sua forza. In un momento dove il mantenimento o il restauro delle opere d’arte in cemento armato è diventato un tema contemporaneo.
Una cura particolare sarà data:
- alla illuminazione del ponte, dove sarà riproposta una “luce continua” ma schermata, così da risultare invisibile a chi guardi il ponte da lontano (di cui lo stesso ingegnere Musmeci aveva scritto),
- alle opere secondarie che fanno bello del paesaggio sottostante, dove ci saranno anche delle opere che valorizzeranno un percorso pedonale di collegamento tra le due sponde del fiume.