Roma. In un periodo per tutti difficile creato dal Covid, è difficile parlare di qualcosa che vada bene. Non ci scordiamo dei problemi, che sono tanti, ma come linea pensiamo di poter parlare delle cose che funzionano, al di là di chi le propone – almeno.
Questo è, solo, per Roma. Vicino all’Ordine Architetti di Roma è stata inaugurato il nuovo progetto di Piazza Vittorio, intitolata alla memoria di Nicola Calipari.
Il progetto è frutto di una collaborazione tra agronomi, architetti, ingegneri, restauratori della Sovrintendenza Capitolina e “di una condivisione con le associazioni di quartiere”, come spiega il Campidoglio in una nota, frutto del protocollo d’Intesa firmato tra l’Assessorato ai Lavori Pubblici, l’Assessorato al Verde, Municipio I e il FAI. Un primo passaggio si nota subito una patina di antico che si rispecchia su un nuovo progetto. Un insieme di molte cose, che vivono però una loro vita indipendente. E non c’è confusione. C’è un disegno, ben preciso, ma, cosa positiva, non si vede. Sembra che ci sia sempre stata, in parte risulta vero, si tratta di Piazza Vittorio, ma è questo progetto sembra che ci sia stato sempre presente. E’ importante che sia anche molto frequentato, da un pubblico vario, e ben integrato.
Il giardino è stato potenziato con la piantumazione di altri 42 alberi, 17 palme, 450 piante decorative, 250 nuove arbusti da fiore. È stato riqualificato e valorizzato il roseto e rimessa in sesto l’impianto di irrigazione del prato. Hanno preso più importanza i platani giganteschi che si tagliano di lato, e danno un forte caratterizzazione a tutto quello che possiamo chiamare parco. Fanno da contraltare, senza diminuirne il loro valore, lo spazio verde attiguo, con essenze importanti e un prato molto bello ed esteso.
Sono state installate 110 panchine e riqualificata tutta l’area della piazza centrale con la pavimentazione in travertino. Specialmente il roseto è diventato un punto d’incontro, con panchine che finalmente hanno una direzione, che le fa diventare, non solo utili per riposare, ma per parlare, per stare insieme. Sembra qualcosa di scontato, ma non a Roma.
E’ stata realizzata la nuova luce per i Trofei di Mario, Ninfeo di Alessandro (Nymphaeum divi Alexandri nelle fonti letterarie), e per la Fontana del Glauco, nuovamente funzionante dopo l’intervento da parte della Sovrintendenza Capitolina, e per la nuova fontana degli Zampilli. I trofei di Mario, di cui abbiamo parlato in un’altra news di Aloa, hanno ripreso in questo contesto, quasi, la loro importanza, che alla loro origine era notevole. Erano fontane, con l’acqua che irrorava tutto l’intorno. Oggi l’acqua è stata recuperata nella vicina fontana. E tutta lo spazio riprende la sua visione, specialmente con la vista del campanile di Santa Maria Maggiore.
Nel nuovo progetto di riqualificazione è stata data grande attenzione alle aree ludiche per bambini, ragazzi e adulti. Sono stati installati giochi per i bambini da 0 a 5 anni, ma anche per quelli più grandi con tavoli da ping-pong, 2 canestri per il basket, un campo per giochi con la palla e, anche, un’area scacchi. E’ stato bello vedere molti bambini, giocare camminare con i genitori in uno spazio dove è possibile dimenticarsi di tutto ciò che sta fuori.
L’Ufficio del Decoro Urbano sta studiando progetti per coinvolgere le scuole del quartiere con attività di laboratorio sui giardini. Sono allo studio, e solo quando sarà possibile vista l’emergenza Covid-19, alcune iniziative culturali che coinvolgano anche le associazioni di quartiere, le comunità straniere e giovani migranti.
Con tanto disordine che si respira nel mondo di oggi, uno spazio ritrovato, ci serviva.
Link e foto
- www.farodiroma.it
- abitarearoma.it
- roma.repubblica.it
- Foto di A. Giampaoli.