Il capolinea romano della SFV è posto in via Principessa Margherita (oggi via Giolitti), con una stazione all’altezza di via Cavour per gli uffici della società e una pensilina con un solo binario per la partenza e l’arrivo dei treni.
Nel 1940, per la costruzione della nuova stazione Termini, la stazione della SFV è demolita e la linea corre un serio rischio di chiusura. La situazione resta stabile per circa dieci anni, fino al 1950 quando, per l’abbassamento del livello stradale all’altezza del previsto sottovia Cappellini, il capolinea SFV subisce un ulteriore arretramento da via Gioberti fino all’altezza della stazione delle Ferrovie laziali (via Mamiani, poi via Principe di Piemonte e quindi via Giovanni Giolitti).
Gli uffici di Roma per la Mobilità stanno lavorando per adeguare il progetto di ammodernamento presentato dal Comune di Roma alla fine del 2018 al ministero delle Infrastrutture alle prescrizioni avanzate dal ministero stesso. È quanto emerso questa mattina da una commissione capitolina Mobilità presieduta da Enrico Stefàno e partecipata da molti comitati di cittadini. La principale modifica richiesta riguarda proprio la trasformazione della tratta in un vero e proprio tram: il Campidoglio puntava a una ristrutturazione dell’esistente, mantenendo gli attuali binari che presentano una distanza inferiore l’uno dall’altro rispetto a quelli di un normale tram, il cosiddetto ‘scartamento ridotto’, mentre il ministero chiede una vera e propria sostituzione, passando ad uno ‘scartamento ordinario’.
“Noi eravamo convinti della bontà del piano che manteneva lo ‘scartamento ridotto’, se non altro per non allungare i tempi di realizzazione”, ha spiegato Stefàno ai presenti. “Ma crediamo che per salvare l’opera un altro dibattito di almeno un anno sul tipo di scartamento vada evitato. Quindi ora lavoreremo per soddisfare le richieste del Mit ed entro il 30 aprile prossimo depositeremo il progetto con tutte le modifiche”.
Sulla carta c’è già anche il nome della nuova tratta: metro G. Dalle 20 fermate del tracciato storico, da Laziali a Giardinetti, anche se da ormai cinque anni si ferma a Centocelle, si passerà a 29. Il capolinea arriverà a Termini, non molto distante da piazza dei Cinquecento, sempre su via Giolitti, che quindi verrà riorganizzata, soprattutto per quanto riguarda la sosta. Le altre otto fermate si aggiungeranno dopo Giardinetti quando il tram girerà per raggiungere Tor Vergata dove sorgono il Policlinico e la zona universitaria. Il presidente di Roma servizi per la Mobilità, Stefano Brinchi, ha poi spiegato che “una serie di fermate verrà ricollocata. In particolare quelle tra Centocelle e Giardinetti”, dove la metro C corre parallela alla via Casilina e quindi al tracciato della ferrovia. “Queste fermate si chiameranno Grano, Policlinico e Centro commerciale”.
Per il progetto sono stati chiesti 166 milioni di euro anche se le modifiche richieste dal ministero faranno lievitare i costi. La stima è che si arrivi attorno ai 190 milioni di euro, compresi i finanziamenti necessari all’acquisto dei nuovi tram. La nuova linea avrà una capacità di 70mila passeggeri al giorno e potrebbe mantenere il tracciato attuale. Prima però la tratta, come da accordi, dovrebbe passare dalla Regione al Comune.
Secondo Enrico Stefàno, presidente della commissione trasporti, “si tratta di “un’opera strategica, in quanto abbiamo previsto da una parte l’arrivo alla Stazione Termini e dall’altra il prolungamento verso l’università di Tor Vergata, il Policlinico, l’Agenzia Spaziale Italiana, in una prima fase e, successivamente, verso la Banca d’Italia e l’uscita della A1 Torrenova, garantendo così un collegamento efficace tra il Policlinico Casilino e il Policlinico Tor Vergata, a vantaggio di lavoratori, studenti e utenti degli ospedali”.
Nei giorni scorsi Roma Capitale ha consegnato al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti il progetto di ammodernamento.
Roma Capitale aveva tempo fino al 30 aprile per consegnarlo, cosa che è avvenuta nei giorni scorsi.
“Abbiamo rivisto l’armamento della linea, così come richiesto dal Mit: si tratta in sostanza di un allargamento dei binari e di una modifica della forma delle rotaie”, ha spiegato Pietro Calabrese, assessore alla mobilità. “La futura metrotranvia G sarà un particolare sistema di trasporto moderno, che permetterà un collegamento diretto tra Termini e l’Università di Tor Vergata, nonché una forte adduzione alla stessa Linea C, mettendo nel ‘sistema a rete’ capitolino la complementare rapidità e capillarità delle due infrastrutture”.