Il “Pigneto” prende il suo nome dalla presenza di una lunga fila di pini, piantati dalla famiglia Caballini, posti lungo il muraglione della settecentesca villa Serventi; anche se il toponimo Pigneto era già in vigore nel XVII secolo. Il primo agglomerato edilizio si formò a partire dal 1870, dall’unione di insediamenti abitativi quali il Prenestino, il Torrione, la borgata Galliano, l’Acqua Bullicante, la borgata Marranella ed il Casilino. Adesso una grande stazione rivoluzionerà i mezzi di trasporto del quartiere e della città.
Per raggiungere luoghi chiave della città, due ferrovie (la linea FL1 è quella che da Orte arriva a Fiumicino e viceversa passando anche per Nomentana, Tiburtina, Tuscolana, Ostiense e Trastevere e la FL3 che corre da Viterbo a Tiburtina e ritorno), la Metro C, la linea dei tram della Prenestina (5, 14, 19) e il trenino della Casilina, avranno nel Pigneto un hub che collegherà i mezzi di trasporto alla città.
Il Pigneto diventerà, con dodicimila passeggeri nelle ore di punta, il terzo punto di scambio a Roma. La gara era stata vinta nel febbraio 2016, un lavoro di 22 milioni di euro, da allora si è lavorato alla progettazione esecutiva e ai sottoservizi, che si dovrebbe inaugurare alla metà del 2022.
Il cantiere prevede una parziale copertura del vallo che taglia in due il Pigneto, con un tunnel di collegamento tra la metro C e la stazione ferroviaria; c’è anche la realizzazione della fermata delle linee ferroviarie FL1 e FL3 in corrispondenza del vallo stesso.
La fermata, a circa otto metri sotto terra, sarà coperta da un giardino pieno di alberi che ricucirà il quartiere.
Proprio per la sua origine, all’interno ci sono numerosi esempi di archeologia industriale:
- Ex Pastificio Pantanella, su via Casilina. Complesso industriale del XIX secolo(1871), ampliato nel XX secolo. Nato nel 1871 come stabilimento per la macinazione dei cereali della ditta Ducco e Valle, nel 1929 vi si trasferì la “Società molini e pastificio Pantanella”. In seguito ai danneggiamenti subiti durante la seconda guerra mondiale, nel 1950 venne effettuata la ricostruzione. Abbandonato negli anni Settanta, venne trasformato in un centro residenziale nel 2001.[3]
- Ex Istituto farmaceutico Serono, su via Casilina angolo piazza del Pigneto. Edificio del XX secolo(1906-09). Fu inaugurato il 22 marzo 1909 alla presenza del suo fondatore, il chimico farmacista Cesare Serono, e delle autorità comunali. Dismessa l’attività, venne trasformato in hotel nel 2010.
- Ex fabbrica SNIA Viscosa, su via Prenestina. Complesso industriale del XX secolo(1922-23).
Fabbrica di rayon che nasce come CISA Viscosa nel 1923, attiva fino al 1954. Nel 1969 la CISA viene assorbita dalla SNIA Viscosa.
Il lago Ex SNIA, chiamato anche lago Sandro Pertini è uno specchio d’acqua di Roma, alimentato dalle acque sorgive dell’antico fosso della Marranella. La sua genesi, del tutto accidentale, risale agli anni ’90 del Novecento e si deve a un errore umano avvenuto durante lavori di sbancamento in un cantiere per la costruzione di un parcheggio sotterraneo.
Situato in una posizione incuneata fra il Pigneto, via di Portonaccio, via Prenestina e via di Casal Bertone, il lago Ex SNIA sorge su un’area industriale dismessa che aveva ospitato l’opificio della CISA Viscosa, il cui stabilimento fu chiuso nel 1954. I terreni del complesso industriale confluirono nel patrimonio della SNIA Viscosa nel 1969, che aveva incorporato per fusione la CISA. Nel 1982 la proprietà cedette terreni e immobili alla Società Immobiliare Snia s.r.l. che li rivendette nel marzo 1990 a un’immobiliare, Società Pinciana 188 Srl. Nell’aprile dello stesso anno, la proprietà ottiene la concessione edilizia per la costruzione di un immobile con destinazione produttiva. Nel novembre 1990 la società immobiliare viene acquisita dalla Ponente 1978 Srl, società di proprietà di Antonio Pulcini.
Il lago si è creato a seguito di un “incidente” occorso nel 1992 durante i lavori di costruzione di un parcheggio interrato condotti da un’azienda edile facente capo proprio a Pulcini.
Evidentemente si è fatta poca attenzione alla storia della località, che un tempo si chiamava Acqua Bullicante (c’è anche una via non lontana con tale nome) e non si sapeva che proprio lì sotto scorreva il fosso della Marranella, mentre ancora più in profondità, a soli 5 metri dal piano di campagna, si trovava una falda acquifera, un’acqua minerale purissima.
Il Pigneto ha fatto da scenario cinematografico a diverse pellicole, alcune famose come Roma città aperta di cui è memorabile la scena di Pina, interpretata da Anna Magnani, uccisa dai tedeschi in via Raimondo Montecuccoli.
- Roma città aperta (Roberto Rossellini, 1945) con Anna Magnani e Aldo Fabrizi
- Bellissima (Luchino Visconti, 1951) con Anna Magnani e Walter Chiari
- La domenica della buona gente (Anton Giulio Majano, 1953) con Sophia Loren e Nino Manfredi
- Il Ferroviere (Pietro Germi, 1955) con Pietro Germi, Sylva Koscina, Luisa Della Noce e Carlo Giuffré
- Audace colpo dei soliti ignoti (Nanni Loy, 1959) con Vittorio Gassman, Claudia Cardinale, Renato Salvatori, Nino Manfredi e Tiberio Murgia
- Accattone (Pier Paolo Pasolini, 1961) con Franco Citti
- Una vita difficile (Dino Risi, 1961) con Alberto Sordi
- Fantozzi (Luciano Salce, 1975) con Paolo Villaggio
- Un borghese piccolo piccolo (Mario Monicelli, 1977) con Alberto Sordi
- La banda del gobbo (Umberto Lenzi, 1978)
- Zucchero, miele e peperoncino (Sergio Martino, 1980) con Pippo Franco
- Ultrà (Ricky Tognazzi, 1990) con Claudio Amendola
- Nestore, l’ultima corsa (Alberto Sordi, 1994) con Alberto Sordi
- Cover-boy (Carmine Amoroso, 2006) con Eduard Gabia, Luca Lionello, Chiara Caselli e Luciana Littizzetto
- Questione di cuore (Francesca Archibugi, 2009) con Antonio Albanese e Kim Rossi Stuart
- Tre giorni dopo (Daniele Grassetti, 2013).