Dal 1° luglio 2017, lo split payment (scissione dei pagamenti) sarà esteso per tutti i professionisti che lavorano con la Pubblica Amministrazione, con le società partecipate dalla PA e con le società quotate (l’IVA, sarà versato alle Casse dell’Erario direttamente dai committenti-clienti).
I soggetti destinatari saranno tutti i soggetti che oggi sono destinatari della fattura elettronica, a mezzo SDI per obbligo. Saranno colpiti tutti i professionisti che negli ultimi anni hanno visto calare il loro reddito di circa del 40%; a fronte, dal 1 luglio, di un prelievo alla fonte del 42% del valore di ogni fattura (ritenuta d’acconto 20% + IVA del 22%). I professionisti che operano con la PA, dovranno fare ricorso sempre più a fonti di finanziamento bancario, con aggravio di oneri e interessi.
“Un’inutile vessazione“, questo il giudizio del Presidente della Fondazione Inarcassa: “Non possiamo che ribadire la nostra piena contrarietà allo split payment per i professionisti. Infatti, come dichiarato ieri anche dall’On. Zanetti, ed evidenziato nei giorni scorsi dall’On. Mandelli, questo meccanismo creerà notevoli problemi di liquidità ai lavoratori autonomi e, se confermato, sarà solo una inutile vessazione.”
Nel 2015 la Fondazione Inarcassa fu tra i primi ad opporsi al provvedimento, che fu subito ritirato.
Il presidente dell’Aniem (imprese edili e manifatturiere) Dino Piacentini: “Il sistema della Pmi sottolinea da anni come tale meccanismo, mette nelle condizioni le aziende di fungere da Bancomat allo Stato: l’azienda con lo Split Payment mentre non riceve l’iva sulle commesse, dovrà comunque versare in pagamento l’Iva su fattura ai propri fornitori. E aspettare fiduciosa che la Pubblica Amministrazione restituisca l’Iva”.
Conclude il Presidente Tomasi: “I professionisti sono già soggetti alla ritenuta d’acconto Irpef nella misura del 20% – che assicura la tracciabilità dei compensi ricevuti, rendendo concretamente impossibile, insieme all’obbligo di fatturazione elettronica e alla nuova trasmissione trimestrale IVA, l’evasione fiscale; il mancato incasso dell’IVA da parte di quest’ultimi si tradurrebbe in una situazione insostenibile, (…). In questo quadro di restringimento strutturale dei redditi professionali, riteniamo fondamentali che il Governo rifletta bene riguardo l’opportunità di confermare l’estensione agli autonomi della scissione dei pagamenti, e auspichiamo che il Presidente Gentiloni e il Ministro Padoan tornino sui loro passi, mostrando buon senso e rinunciando a far cassa sui liberi professionisti”.