Nasce a Roma un nuovo museo, il Musja, uno spazio dedicato all’arte moderna e contemporanea. Il nuovo museo privato, voluto dall’imprenditore Ovidio Jacorossi, aprirà i battenti dall’8 ottobre, con una trilogia di mostre a cura di Danilo Eccher.
Il laboratorio di sperimentazione, multidisciplinare, di via dei Chiavari, sorge nei mille metri quadrati di un edificio sorto sulle rovine del Teatro di Pompeo, dall’età romana al Rinascimento.
Il cortile cinquecentesco è attribuito a Baldassarre Peruzzi, all’interno porzioni di affreschi, capitelli e lesene instaurano un continuo gioco di rimandi tra le opere esposte.
Musja nasce in via dei Chiavari, luogo simbolo della famiglia Jacorossi, Nonno Agostino inizia la sua attività imprenditoriale nel 1922 gestendo un negozio di carbone. In seguito Ovidio Jacorossi e il fratello Angelo ereditano il gruppo in giovane età e trasformano l’azienda, portandola ai vertici tra gli anni ’80 e ’90.
Il curatore del progetto Danilo Eccher, è stato direttore di quattro musei italiani di spessore. La galleria civica di Trento (1989-1995), la galleria Civica di Arte Moderna di Bologna (1996-2000). Il MACRO a Roma (2001-2008), la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (2009-2014).
Ha dichiarato Ovidio Jacorossi, Presidente di Musja:
“Con la nascita di Musja doniamo un nuovo Museo alla città di Roma e a tutto il Paese, mettendo a disposizione della collettività una collezione d’arte che rappresenta il risultato di una lunga storia umana e imprenditoriale. Nella nostra attività abbiamo da sempre considerato centrale il valore della persona e riconosciuto l’importanza della creatività nello sviluppo del potenziale di ogni individuo e di ogni organismo pubblico e privato. Con questa nuova realtà intendiamo offrire un contributo tangibile allo scambio e alla promozione culturale della società di cui tutti facciamo parte.”
Il complesso ambito tematico del progetto The Dark Side, a cura di Danilo Eccher, è organizzato in tre momenti espositivi, distribuiti nell’arco di tre anni, e rispettivamente dedicati alla: “Paura del Buio”, “Paura della Solitudine”, “Paura del Tempo”.
Il primo appuntamento è dedicato alla “Paura del Buio”. La mostra The Dark Side – Chi ha paura del buio? coinvolge tredici tra i più importanti artisti internazionali con grandi installazioni site-specific e opere di grandi dimensioni: Gregor Schneider, Robert Longo, Hermann Nitsch, Tony Oursler, Christian Boltanski, James Lee Byars , Monster Chetwind, Sheela Gowda, Shiota Chiharu. Nutrita la componente italiana con opere e installazioni di Gino De Dominicis, Gianni Dessì, Flavio Favelli, Monica Bonvicini.
Il catalogo che accompagna la mostra è un volume ricco di immagini di tutti gli artisti presenti e di contributi: oltre al testo di Danilo Eccher, anche alcuni sguardi intellettualmente complessi sul tema del buio concepiti dal teologo Gianfranco Ravasi, dal fisico-teorico Mario Rasetti, dallo psichiatra Eugenio Borgna e dal filosofo Federico Vercellone.
Se l’epicentro di questa vasta galassia è Roma, il dialogo tra epoche, movimenti e tendenze è particolarmente dinamico: si va dai simbolisti e dai divisionisti di inizio Novecento al Futurismo – rappresentato da un prezioso Autoritratto di Giacomo Balla – per poi muovere verso la Metafisica di Giorgio De Chirico. Ma più si va avanti più il repertorio è ricco: Arturo Martini, Mario Sironi, la Scuola Romana di Antonietta Raphäel e Corrado Cagli introducono l’Astrattismo degli Anni Quaranta e Cinquanta, per poi giungere alla Scuola di Piazza del Popolo (Mario Schifano, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Renato Mambor), all’Arte Povera e all’Arte Concettuale, con opere di Michelangelo Pistoletto, Joseph Kosuth, Luciano Fabro e Giulio Paolini, o alla Transavanguardia e alla Nuova Figurazione.
Lo spazio Musia, disposto su tre livelli, comprende oltre alla Galleria 7, dedicata all’esposizione di opere della collezione Jacorossi, una zona dedicata alla ristorazione, affidata allo chef Ben Hirst, un wine-bar, le Sale Pompeo e la Galleria 9, dedicata invece alla vendita di opere d’arte, fotografia e oggetti di design.
Santa Nastro intervista Ovidio Jacorossi per Artribune:
Quasi due anni di Musia: Quale bilancio può fare ad oggi di questa avventura?
Ovidio Jacorossi: “Dopo il primo anno di vita come laboratorio di sperimentazione multidisciplinare, “Musia” diventa “Musja” (Museo Jacorossi) e in autunno cambia pelle, trasformandosi in museo privato, per offrire al pubblico un articolato programma artistico e culturale, all’interno di uno spazio che sarà interamente dedicato all’arte contemporanea.”
Quale futuro prevede per lo spazio e le sue attività?
O J: “Il nuovo Museo raccoglie e custodisce, sin dalla rinnovata denominazione, l’eredità culturale e la mia collezione, le cui opere saranno esposte a rotazione in occasione di mostre dedicate o nell’ambito di progetti espositivi inediti, con uno sguardo sempre attento alle tendenze più innovative del panorama contemporaneo internazionale.
Con la nascita di Musja, la famiglia Jacorossi dona un nuovo Museo alla città di Roma e a tutto il Paese, mettendo a disposizione della collettività una collezione d’arte che rappresenta il risultato di una lunga storia umana e imprenditoriale, segnata dalla centralità del valore della persona e dal riconoscimento dell’importanza della creatività nello sviluppo del potenziale di ogni individuo.”
Come evolverà il concept del museo nei prossimi anni?
O J: “Musja si propone di essere un punto di riferimento per il pubblico locale, nazionale e internazionale, promuovendo un approccio culturale dinamico che valorizzi il ruolo dell’arte come strumento fondamentale per la crescita del singolo e della società.”
Santa Nastro intervista Danilo Eccher per Artribune:
Ci racconti la mostra che stai per inaugurare?
Danilo Eccher: “The Dark Side rappresenta il ‘lato oscuro’ che è in ognuno di noi, gli inciampi reali o presunti della vita che impongono una pausa, una riflessione, che fanno battere il cuore ma, allo stesso tempo, accendono nuove possibilità, nuovi pensieri, nuove prospettive. Si tratta di accedere ad una dimensione buia e oscura che si cerca inutilmente di evitare o nascondere, ma che invece reclama una forte presenza, esige uno sguardo coraggioso. La paura va così domata, controllata, resa partecipe e amica della propria avventura umana, il lato oscuro non va negato o abbandonato, deve essere invece riconosciuto, accettato, coinvolto, vissuto. Il complesso ambito tematico del progetto è organizzato in tre momenti espositivi, distribuiti nell’arco di tre anni, e rispettivamente dedicati alla: “Paura del Buio”, “Paura della Solitudine”, “Paura del Tempo”. Il primo appuntamento è dedicato alla “Paura del Buio”.
Come hai lavorato con gli spazi e la storia della collezione di Musja?
D E: “Dal primo momento del mio ingresso nello spazio di Via dei Chiavari 7 sono stato molto colpito dalla suggestione e dalla particolarità di questi ambienti densi di storia e di caratteristiche architettoniche uniche, che mi sono subito apparse ideali per accogliere un progetto espositivo speciale.”
Quali saranno gli artisti e come si svilupperà il percorso espositivo?
D E: “La mostra The Dark Side – Chi ha paura del buio? coinvolge tredici tra i più importanti artisti internazionali con grandi installazioni site-specific e opere di grandi dimensioni: da maestri e riconosciuti in tutto il mondo, come Gregor Schneider, Robert Longo, Hermann Nitsch, Tony Oursler, Christian Boltanski, James Lee Byars sino ai nuovi protagonisti della scena artistica contemporanea come Monster Chetwind, Sheela Gowda, Shiota Chiharu.”
Italiani?
D E: “Ci saranno opere e installazioni di Gino De Dominicis, Gianni Dessì, Flavio Favelli, Monica Bonvicini. Durante l’inaugurazione della mostra e con cadenza mensile nelle sale del museo si svolge tra il pubblico una inattesa performance del gruppo “Differenziale Femminile” composto da quattro attrici romane. La maggior parte delle opere “site specific” sono prodotte per la mostra mentre alcune provengono da istituzioni, gallerie, oltre che dalla collezione Jacorossi. Sono state selezionate per creare una suggestione e una riflessione dedicata al tema e, allo stesso tempo, per introdurre alcuni aspetti essenziali sulle più attuali ricerche artistiche contemporanee. Il pubblico potrà vivere in prima persona ed analizzare le proprie reazioni di fronte ad esperienze sensoriali e tattili, visioni teatrali e magiche, rituali e ambientazioni, ansie che prendono forme diverse e inattese per poi dissolversi.”