Un disegno severo per i vincitori di questo anno, ma ordinato. Quasi minimalista. Dalla scuola dell’Alto Adige, che tanto ha portato all’Italia, in concorsi e vincitori di qualità. E dalla Fondazione Agnelli e Compagnia di San Paolo che molto fanno, nella terra piemontese.
E’ stato nominato vincitore di “Architetto italiano 2019” lo studio Bergmeisterwolf architekten di Gerd Bergmeister e Michaela Wolf, progettista dell’Hotel Belvedere, a San Genesio (Bolzano). Secondo la giuria presieduta da Winy Maas, fondatore dello studio MVRDV “risponde al contesto con attenzione ai materiali e con una audace soluzione formale”. Al vincitore del Premio “Architetto italiano 2019” – lo studio Bergmeisterwolf – è andata anche la Menzione per la categoria “Opere di nuova costruzione”.
E’ stato nominato “Giovane Talento dell’Architettura italiana 20192: BDR Bureau di Alberto Bottero e Simona Della Rocca. Il progetto di ristrutturazione della Scuola Enrico Fermi fa parte dell’iniziativa Torino Fa Scuola di Fondazione Agnelli e Compagnia di San Paolo, e la motivazione: “è attento alle necessità dei fruitori e si caratterizza per la grande eleganza in un progetto gioioso”. Al “Giovane Talento dell’Architettura italiana 2019” va anche il premio per la categoria “ Opere di Restauro o Recupero”.
Sono state anche attribuite una serie di Menzioni: per la categoria “Opere di Allestimento o di Interni” allo studio Gnomone – di Federica Andreoni, Mattia Biagi, Annachiara Bonora, Valerio Socciarelli – per il Progetto “Terre in Movimento” al quale ha partecipato allestendo gli spazi della Chiesa di San Gregorio Illuminatore di Ancona; per la categoria “Opere in Spazi Aperti, Infrastrutture, Paesaggio” a Stifter + Bachmann – di Helmut Stifter e Angelika Bachmann – di Helmut Stifter e Angelika Bachmann – per “Il rifugio al Sasso Nero” a San Giovanni (Bolzano); la Menzione per la categorie “Opere di design” – entrata tra i Premi dall’edizione 2018 – è andata a Giacomo Fava per l’Air Purifier, “oggetto innovativo che esalta il benessere nelle nostre case”.
Per la promozione della qualità progettuale architettonica italiana, una selezione dei progetti sarà pubblicata nello Yearbook, pubblicazione che vuole diventare pubblicazione esauriente di Architettura italiana. Un ringraziamento va a Silvia Renzi ufficio stampa del premio.
Così Giuseppe Cappochin, Presidente degli Architetti italiani aprendo i lavori, a Cà Giustinian, della Festa dell’Architetto 2019.
“Di fronte alla drammatica situazione di emergenza di questi giorni a Venezia va ribadito con forza come l’Italia sia ormai – anche dal punto di vista dell’elevato rischio idrogeologico – un Paese a tempo e come sia irrinunciabile una nuova, difficile sfida che è quella di mettere in atto una politica strategica – di medio e lungo periodo – per le città e per i territori: investire nell’ambiente costruito non rappresenta solo una azione in grado di limitare i danni, significa, invece, investire nella ripresa del nostro Paese per dare anche una risposta alla crisi ambientale”.
“Abbiamo scelto di confermare lo svolgimento della Festa dell’Architetto a Venezia, in queste ore drammatiche in cui il mondo sta guardando la città, i disagi e l’angoscia dei veneziani, i rischi cui è sottoposto un patrimonio artistico inestimabile anche per testimoniare la solidarietà e la vicinanza degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori alla città e ai suoi abitanti”.
“Oggi – qui a Venezia – siamo di fronte alle conseguenze dell’intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi prodotti dal cambiamento climatico: fenomeni che – esasperando lo stress cui la natura, nelle sue varie forme, sottopone i territori, le città, la popolazione e lo stesso capitale fisso edilizio e infrastrutturale, oltre che culturale e architettonico – aggravano un contesto già critico e fragile.”
“Vanno, dunque, rilanciati gli investimenti nell’ambiente costruito in linea con il processo di innovazione tecnologica e con i nuovi paradigmi della sostenibilità, invertendo definitivamente la rotta rispetto alla riduzione proprio degli investimenti nell’ambiente costruito che è stata una delle principali strade imboccate, dai diversi Governi che si sono succeduti negli anni della crisi, per far fronte al problema del debito.”
“Bisogna ragionare in termini di integrazione pubblico privato, di coordinamento tra ambiti e competenze diverse. Bisogna essere in grado di dire alla politica che con lo sguardo fisso sull’immediato non si governa il futuro e -spesso – non si ha nemmeno la possibilita’ di incidere sul presente. La dura lezione delle ore che sta vivendo Venezia sembra riportarci proprio a questo: alla necessità di avere contemporaneamente la capacità di immaginare”.