Tra Munari e Rodari
La nuova mostra di Gianni Rodari e Bruno Munari, in arrivo al Palazzo delle Esposizioni di Roma, prova a fare luce sulle loro straordinarie carriere, ribadendo le similitudini ma soprattutto gli impegni comuni rivolti al mondo dell’infanzia e alla sfera dell’apprendimento ludico.
A partire dal 15 giugno e fino al 24 ottobre il Palazzo delle Esposizioni di Roma celebra la grandezza di Gianni Rodari e Bruno Munari, con la mostra “Tra Munari e Rodari”, iniziativa proposta dal Comitato promotore per le celebrazioni dell’Anno Rodariano istituito da Biblioteche di Roma, in collaborazione con Corraini Edizioni.
In apertura il prossimo 15 giugno, la rassegna consiste in un ampio percorso espositivo destinato a far emergere, in modo netto e coinvolgente, l’insegnamento di queste due figure storiche del Novecento italiano. Realizzata in collaborazione con Corraini Edizioni, la mostra punta in particolare a ribadire l’importanza dei rimandi tra immagini e parole, centrali nella pratica di entrambi gli artisti.
Ad accogliere lo spettatore saranno dieci pannelli esplicativi, con opere, foto d’archivio e documentazioni in omaggio alle due figure, rivelando non poco dei loro rispettivi metodi nonché delle loro personalità.
Una parte del percorso sarà inoltre destinata al progetto Filastrocche animate: il laboratorio digitale organizzato dal Palazzo delle Esposizioni durante le settimane di quarantena con l’obiettivo di stimolare i più piccoli al disegno grazie al supporto di illustratori noti del panorama nazionale come Andrea Antinori, Marianna Coppo, Mariachiara Di Giorgio, Massimiliano Di Lauro e Alessandro Sanna. I disegni dei più piccoli e le tavole degli artisti saranno esposti insieme, ribadendo l’importanza del dialogo e del contatto creativo con i più giovani, ieri come oggi.
Il progetto espositivo, che si concluderà in ottobre con il doppio festeggiamento in occasione degli anniversari di nascita dei due protagonisti, è solo l’ultimo in ordine di tempo di una serie di attività dedicate dal nord al sud dello Stivale sia a Bruno Munari che a Gianni Rodari.
Un richiamo alla libertà, al superamento degli schemi e delle consuetudini, uno sguardo al futuro che travalica le rigidità del passato e la contingenza del presente.
Gianni Rodari in particolare, continuerà a essere celebrato fino alla fine del 2020, grazie a una serie di straordinari eventi e uscite editoriali in occasione del centenario della nascita.
Bruno Munari
«Il sogno dell’artista è comunque quello di arrivare al Museo, mentre il sogno del designer è quello di arrivare ai mercati rionali.»
“Arte concreta è quindi quella che fa vedere la natura interiore dell’uomo o della donna, il pensiero umano, la sensibilità, l’estetica, il senso dell’equilibrio e tutto ciò che fa parte della natura interiore, altrettanto natura di quella esteriore.”
«Un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada. – Noi non facciamo lampade, signore. – Vedrete che le farete. E così fu.» (Bruno Munari, a proposito della lampada Falkland).
«Un bambino che impara che il cielo non è sempre e solo blu è un bambino che probabilmente in futuro saprà trovare più soluzioni creative a un problema, che sarà più pronto a discutere e a non subire».
Gianni Rodari
Gianni Rodari, all’anagrafe Giovanni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980), è stato uno scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano, specializzato in letteratura per l’infanzia e tradotto in molte lingue. Unico vincitore italiano del prestigioso Premio Hans Christian Andersen nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema “fantastico” nonché, grazie alla Grammatica della fantasia del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell’arte di inventare storie.
«In principio la terra era tutta sbagliata…» (Gianni Rodari, Storia Universale).
La Grammatica della fantasia è, come dice il sottotitolo, una “introduzione all’arte di inventare storie”. È l’unico volume dello scrittore di Omegna non appartenente al genere narrativo, ma dal contenuto teorico.
Nasce ufficialmente a Reggio Emilia, dalla paziente trascrizione a macchina da parte di una stagista di alcuni appunti rimasti a lungo dimenticati. Gli appunti in questione, scritti intorno agli anni quaranta, facevano parte della raccolta del Quaderno della fantasia. Vennero recuperati in seguito ad un comizio che si terrà proprio nella città emiliana dal 6 al 10 marzo 1972.
L’opera si sviluppa in 45 capitoli e si potrebbe affermare che la stragrande maggioranza dei temi e degli episodi della poliedrica attività di scrittore e di studioso di Gianni Rodari succitati nella biografia siano ripresi anche nel corso delle argomentazioni e degli esempi che le accompagnano.
“Tutti gli usi della parola a tutti’ mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.”
Link e foto
- artslife.com
- it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Rodari
- arte.sky.it
- roma03.it
- it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Munari
- 100giannirodari.com