Presentato questa mattina, alla Casa dell’Architettura di Roma, il progetto vincitore del concorso pubblico di progettazione dell’area di Testaccio per artigianato di servizio e studi d’artista.
“TESTACCIO”
“Canovaccio de tante storie disteso ar sole. Brogliaccio de parole ‘n corsa, pagliaccio che ce ridà a braccio alla sua gente sorisi, scherzi e verzi immerzi ne le sue anfore a onor der tempo passato…”
Francesca Taricone.
Il concorso è stato promosso dal Municipio Roma I, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Roma, in attuazione del protocollo siglato tra O.A.R. e Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale per dare impulso al concorso, così da favorire il recupero di uno spazio cittadino di grande rilevanza.
Edificio delle Poste di via Marmorata
A Testaccio è stato realizzato un edificio di Libera e De Renzi tra il 1933 e il 1935, un’opera razionalista
Obiettivo comune ai due architetti è coniugare modernità e tradizione: da un lato è presente l’elemento nuovo, dinamico, emblematico in primo piano nel prospetto principale che affaccia su Via Marmorata e dall’altro lato, nella parte retrostante, una forma elementare, astratta, statica, classica che diventa una caratterizzazione tipizzata aggiunta e di supporto al primo.
É evidente il contrasto tra la solidità dei volumi regolari e il dinamismo formale fondato sull’intreccio diagonale dei due prospetti dei corpi scala. Sulle testate frontali del corpo di fabbrica a C sono ritagliate due finestre a losanghe simmetriche; attraverso la parete si scopre il motivo dell’orditura tra le travi delle scale e quelle della tessitura della stessa, in cui si colgono gli elementi dinamici dell’organismo: le scale, il lineare dispositivo portante a telaio e le travi inclinate che portano a sbalzo le rampe esterne delle scale. Questa diversità è data dall’eterogeneità delle parti ma non indebolisce l’unità dell’insieme, che diventa straniante fino a proiettarsi in una dimensione metafisica.
Concorso di progettazione
Queste le 5 domande ai progettisti.
1) – Trovi utile il concorso di progettazione come strumento in grado di individuare le soluzioni migliori per la riqualificazione di un ambito pubblico come quello di Testaccio?
2) – Quale ritieni sia la forma di gestione più idonea per gli spazi pubblici previsti nel progetto del nuovo insediamento?
3) – Il progetto prevede 4 ambiti funzionali: spazi verdi, plessi scolastici, campi sportivi e aree e attrezzature per il tempo libero, laboratori artistici. Che tipo di attività potrebbero essere realizzate per favorire l’integrazione tra queste funzioni, ed in particolare tra le attività scolastiche e quelle artistiche?
4) – Oltre alle funzioni descritte, cosa altro ti piacerebbe trovare in un luogo come questo?
5) – Con specifico riferimento al polo scolastico, il progetto prevede una revisione degli spazi comuni tra i diversi plessi allo scopo di favorire la mobilità e i collegamenti tra le scuole. In relazione a questo ultimo punto, come potrebbe essere attrezzata secondo te l’area interna al campus scolastico al fine di favorire attività in comune tra le scuole?
“L’obiettivo del Concorso era quello di sostituire gli insediamenti abusivi con laboratori artigiani, artistici, spazi espositivi e realizzare un polo per lo sport e il tempo libero in un contesto di riferimento in cui il verde costituisce la struttura portante in connessione con il sistema delle scuole su Via Galvani e Via Zabaglia e con i luoghi storici al contorno. Il vincitore del Concorso è incaricato dell’elaborazione del piano urbanistico necessario e del progetto definitivo per la realizzazione del nuovo insediamento”.
Presenti alla Casa dell’Architettura: Luca Montuori, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale; Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio Roma I Centro; Orazio Carpenzano, direttore Diap Sapienza; Raniero Botti, architetto dello studio Sycamore e vincitore del concorso di progettazione; Chiara Cuccaro, direttore ufficio tecnico Municipio I; Flavio Mangione, presidente Ordine Architetti di Roma; Andrea Iacovelli, consigliere dello stesso Ordine.
Sycamore
Sycamore è un’attività multidisciplinare nell’ambito dell’architettura e dell’interior design, con sede a Roma. Grazie alle diverse competenze all’interno del team di progetto e alla costante collaborazione con esperti del settore, Sycamore combina teoria architettonica, ricerca, innovazione e sperimentazione con un’elevata conoscenza tecnica e grande professionalità.
Sycamore viene fondata nel 2002 dall’architetto Raniero Botti. Da allora, lo studio svolge incarichi di progettazione preliminare, studio di fattibilità e progettazione esecutiva con un controllo attento del cantiere e delle fasi di costruzione dell’opera architettonica. L’attività progettuale viene svolta ponendo grande attenzione ai temi del risparmio energetico e dell’uso di materiali ecocompatibili.
Sycamore propone strutture architettoniche e oggetti dal design contemporaneo in grado di trasmettere forti emozioni e che possano mantenere inalterato nel tempo un elevato comfort estetico.
Interviste
“Oggi finalmente possiamo immaginare la nuova Testaccio, con un progetto di massima, perché quello esecutivo arriverà”, ha dichiarato la presidente del Municipio Sabrina Alfonsi a margine della presentazione. “Grazie a un concorso di progettazione che ha visto ben 50 studi partecipare, il progetto vincitore delinea al meglio ciò che dev’essere il futuro di questa area: un grande parco verde attrezzato, aperto alle residenze di artisti e artigiani che possono continuare a svolgere il loro lavoro ma non in solitudine, bensì in comunicazione con le scuole, con il centro sportivo, con il rione, con la città e non solo”.
“L’architettura è un bene di tutti. Investe lo spazio, comunica, e quindi è giusto che sia esito di percorsi di condivisione tra architetti, professionisti e il territorio”, commenta l’assessore capitolino all’Urbanistica Luca Montuori. “Il concorso di progettazione, che è lo strumento più adeguato secondo noi, è un percorso che porta alla selezione del miglior progetto possibile tra quelli presentati. Oggi viene premiato un progetto per un’area strategica della città che sta a ridosso della Piramide Cestia e mette in comunicazione via Marmorata con Monte Testaccio, l’area che un tempo era quella dei prati e del popolo di Roma e che speriamo presto di restituire ai cittadini”.
Flavio Mangione, il presidente dell’Ordine, parla di una «piccola, grande realtà che parte da lontano», aggiungendo che «la piattaforma per i concorsi è stata ormai messa a punto con tutti gli ordini italiani».
Al concorso hanno partecipato 50 studi di architettura, come ha raccontato Chiara Cuccaro, direttore dell’ufficio tecnico del I Municipio, e il concorso «Ripensare lo spazio pubblico di Testaccio» riguarda un’area di circa 5 ettari, compresa tra via Marmorata, via Galvani, via Nicola Zabaglia e via Caio Cestio: la parte progettuale, secondo Cuccaro potrebbe terminare entro il 2020 ed i lavori iniziare nel 2021. “Il Concorso ha interessato l’ultimo isolato a sud-est del Rione Testaccio, compreso tra Via Galvani, Via Marmorata, il Cimitero Acattolico e il Monte dei Cocci.” (…). “Un ambito occupato in parte dall’area dell’ex Campo Testaccio e in parte da insediamenti abusivi – commerciali, artigianali e in piccola quota residenziali.
“L’esito di questo concorso di progettazione” – afferma Andrea Iacovelli, Responsabile Area Concorsi dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia – “promosso dal I Municipio in collaborazione con l’Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale e l’Ordine degli Architetti di Roma, avvalora ancora una volta l’impegno dell’OAR nella politica di promozione del concorso di progettazione come strumento imprescindibile per la riqualificazione dei territorio e dell’ambiente costruito attraverso il lavoro degli architetti.” (…).“Quello che scaturisce dai concorsi di progettazione è il tentativo di far sì che i progettisti si confrontino sulle trasformazioni della città, come nel caso del progetto dello studio Sycamore risultato vincitore del concorso. Il Progetto diviene baricentro, punto di equilibrio, visione di una città migliore, dove la misura è l’uomo, il cittadino e i rapporti connettivi con l’esistente. Esistente inteso non solo come “ambiente costruito” ma come “ambiente sociale” fatto di relazioni dialogiche che necessitano di essere stimolate. È questo il frutto del rapporto sinergico concretizzato tra l’Assessorato all’Urbanistica e l’Ordine degli Architetti di Roma: una nuova visione di città, dove a valle dei processi di pianificazione del territorio si innesta lo strumento del concorso di progettazione non più inteso come evento straordinario ma come processo ordinario e attuativo della trasformazione della città”.
Il progetto
Iniziato a gennaio di quest’anno con la pubblicazione degli atti tecnici di gara, l’iter del concorso prevedeva due livelli di selezione con i cinque migliori progetti prescelti per la seconda fase tra i quali individuare il vincitore. Il pensiero alla base del progetto, spiegano gli architetti, è quello di offrire un ventaglio di opportunità di socializzazione ed eventi che possa trasformare un luogo in una città nella città.
L’ambito si configura come una vera e propria cerniera di connessione tra i rioni Testaccio, Ripa e San Saba. Il sito è un sistema di piazze e verde fruibile, che sarà un perimetro di connessione tra presenze storiche di interesse artistico-culturale e architetture di rilievo ma anche testimonianza del razionalismo italiano.
La proposta presenta quattro ambiti funzionali: parco, laboratori artistici, scuola e sport e mira “attraverso un’architettura minimale, ad aprire traguardi visuali inediti. Gli edifici per laboratori artistici si dispongono nel parco come delle isole collegate tra loro da una maglia strutturale tra cui si diramano gli spazi espositivi per il gioco e la socialità”. Nuove piazze, ovvero nuovi spazi aperti che delegano una struttura il compito di delinearne la forma. I plessi scolastici della zona sono stati integrati nell’ambito del progetto ripensando percorsi e connessioni con la zona sportiva, Campo Testaccio, e con il nuovo parco urbano. Lo scopo è di favorire l’integrazione funzionale. Il tutto, attraverso un progetto costruttivo volto alla massima sostenibilità energetica.
Ricucitura urbana
“L’ambito di progetto si configura come cerniera di connessione tra i rioni Testaccio, Ripa e San Saba. Il sito diventa un sistema di piazze e verde fruibile in cui si configurano due assi principali:
- l’asse longitudinale del verde, che collega monte testaccio al parco della Resistenza;
- l’asse trasversale che collega piazza testaccio a piazza Santa Maria Liberatrice.
L’Asse longitudinale, che definisce il sistema del verde, è interrotto su Via Marmorata dove è stata proposta una grande pensilina a segnare l’ingresso al nuovo intervento. Essa raddoppia, rivisitandola, la pensilina dell’edificio delle poste di Adalberto Libera, esempio di grande maestria dell’architettura razionalista.
Tutta l’area d’intervento dialoga con elementi architettonici dominanti tali da necessitarne un intervento di ricucitura a livello urbanistico e architettonico.
Il pensiero che c’è dietro il progetto è di offrire un ventaglio di opportunità di socializzazione ed eventi che possano trasformare un luogo in una città nella città.”
Il costo complessivo dell’intervento previsto per l’ambito è pari a 8 milioni e 200 mila euro, così ripartiti:
3,7 milioni per l’edificio in Bio edilizia dedicato all’area sportiva, 3 milioni per il parcheggio interrato e 1,5 milioni per campo Testaccio e i campetti polivalenti.
Una volta che il gruppo di progettazione avrà redatto il piano urbanistico di riferimento ed il progetto definitivo, presumibilmente entro il corrente anno, il progetto andrà all’approvazione della Giunta Capitolina, che dovrebbe approvare la variante al Prg. L’avvio dei lavori è previsto entro il 2021.