Le Grotte di Lascaux (dal 1979 Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO) sono un complesso di caverne, scoperte nel 1940 da quattro ragazzi, con dipinti (tra cui l’Uro, estinto da circa 500 anni) risalenti al Paleolitico superiore (circa 17500 anni fa), site vicino al villaggio di Montignac (Francia sud-occidentale).
Furono aperte al pubblico dopo la fine della seconda guerra mondiale, chiuse dal 1963, con relativo restauro, per evitare il continuo danneggiamento e la loro eventuale perdita. Nel 1998 e nel 2007, ebbero successivi attacchi da parte di funghi. Oggi sono continuamente monitorate. Nel 1983 fu aperto un clone, a circa 200 metri di distanza dalle originali. Le sale più famose della “Cappella Sistina del Paleolitico” sono:
- la grande sala dei tori;
- il passaggio laterale;
- la lancia dell’uomo morto;
- la galleria dipinta;
- il diverticolo dei felini.
Nel 1983 è stata aperta Lascaux II, una replica della grande sala dei tori e della galleria dipinta, situata a circa 200 metri dalle grotte originali; Lascaux II dal 2008 è divenuta la meta principale di visita, dopo la chiusura cautelativa del complesso originale. Sarà inaugurato il 15 dicembre del 2017 il nuovo centro Lascaux 4, con la ricostruzione fedele, attraverso un’esperienza formativa (con un “approccio olistico che considera il paesaggio, l’architettura, gli interni e l’allestimento come un tutt’uno”), in scala 1:1, delle grotte.
Nelle grotte sono disegnati 600 animali, di cui 355 cavalli, un centinaio di bovini tra bisonti e i vitelli uri, oltre a novanta cervidi, trentacinque stambecchi, alcuni felini, un orso e una renna. La sala dei tori ospita pitture lunghe 5 metri. Il museo, di 8384 metri quadrati, è opera di Snøhetta e SRA, unitamente alla scenografa Casson Mann.
L’edificio, “una fessura nel paesaggio” non mimetico o imitativo, si distingue nel sito tra una foresta e una valle di campi coltivati. Il museo diviso in due parti principali, è tagliato da vetrate, sia in senso verticale sia orizzontale, che gli conferiscono una valida illuminazione naturale, con alcuni spazi organizzati intorno alla luce zenitale.
La prima parte della struttura sarà un continuo di spazi diversificati: dalla terrazza, fino alle rampe, al giardino e all’interno, per la parte dedicata ai dipinti. La parte dove sono state clonate le grotte è silenziosa, con temperatura costante di sedici gradi Celsius, con poca illuminazione, con il tutto che ispira la contemplazione (900 dipinti, realizzati da venticinque artisti). La seconda parte, interna, dell’edificio è dedicata alle esperienze interattive, con micro-mostre, realtà aumentata, pannelli di testo, cinema 3D, galleria dell’immaginazione (influenza dell’arte preistorica sull’arte moderna e contemporanea).
Snøhetta è uno studio internazionale, composto da 120 professionisti, con focus sulla sostenibilità e sull’integrazione ambientale-sociale con l’ambiente circostante, con sede a Oslo e a New York. I fondatori della compagnia sono Craig Dykers (nato a Francoforte nel 1961) e Kjetil Trædal Thorsen (nato a Karmøy nel 1958), con quattro collaboratori: Robert Greenwood, Ole Gustavsen, Tarald Lundevall e l’architetto paesaggista Jenny Osuldsen. Tra i principali lavori effettuati ci sono:
- New National Opera House, Oslo
- Bibliotheca Alexandrina, Egitto
- Ambasciata norvegese, Berlino
- Lillehammer Art Museum, Norvegia
- National September 11 Memorial & Museum del World Trade Center di New York (collaborazione)
- James B. Hunt Jr. Library, Università di Stato del North Carolina,Raleigh
- The Center for the Arts at Virginia Techa Blacksburg;
- Espansione del Museo di Arte Moderna di San Francisco;
- Opera House di Busan (completamento stimato per il 2019).