Un progetto fotografico (e non solo) aperto a tutti: i nostri giorni a casa, e poi… BeES_Best Emotional Shots_progetto di Floriana Cannatelli – “Le immagini del tempo sospeso”

Floriana Cannatelli, romana, architetto, lighting designer e docente (organizza il Master in Lighting Design dell’Università Sapienza di Roma e insegna presso le università IED e Rufa), ci parla del suo progetto BeES_Best Emotional Shots, una proposta che mira a sollecitare una reazione piena di speranza e creatività durante il “tempo sospeso”.

- Come è nata l’idea del progetto BeES_ Best Emotional Shots?
Come spesso accade è nata da un bisogno personale, cercavo un’idea per distrarre mia figlia Zoe, che ha 10 anni e mezzo, dalla sensazione di oppressione causata dalla quarantena, e abbiamo iniziato a giocare in casa, fotografando quello che avevamo intorno, soprattutto dettagli perché è nelle piccole cose che si nascondono i mondi invisibili…
Ho visto che da questo gioco nascevano immagini interessanti, che spesso alteravano la percezione comune degli oggetti che “vivono” intorno a noi. E soprattutto ho potuto constatare che in questo modo la casa ci apriva le braccia donandoci quell’accoglienza che solo il gioco e il divertimento può dare, e facendoci dimenticare claustrofobia e noia.
Così ho pensato di proporre questo tema anche ai miei studenti, che sentivo in sofferenza per la clausura forzata. I primi ai quali ho proposto questo “gioco”, data l’affinità tematica, sono stati gli studenti del Corso di “Teoria della percezione e psicologia della forma” che tengo allo IED (Istituto Europeo del Design). La risposta è stata entusiasta. Così ho allargato la proposta agli altri Corsi che svolgo in RUFA (Rome University of Fine Arts), cioè i Corsi di “Product design” e “Tecnologia dei materiali”.
Più di 70 ragazzi che si mettevano in gioco, una creatività straordinaria, e sono iniziate ad arrivare le prime foto, bellissime.
Pochi giorni dopo si è affacciata timidamente l’idea di ampliare lo sguardo e stare a vedere cosa succedeva…e ho cominciato a diffondere la proposta a tutti quelli che conoscevo, studenti e diplomati del Master in Lighting Design di Sapienza, colleghi, contatti personali, di lavoro, vecchie e nuove amicizie, italiani, stranieri, chiedendo a loro volta di diffondere, insomma TUTTI…come una sfida allo stato di isolamento che stiamo vivendo, …la risposta è stata travolgente, di connessione fortissima.
In pochi giorni sono nati un sito web e le pagine Instagram e Facebook, nelle quali “distillo” con tre o quattro immagini quotidiane una selezione del materiale che ricevo ogni giorno, tantissimo, dalle persone più diverse per provenienza culturale e geografica, molte anche dall’estero.

- Una risposta forte alla sua chiamata! Quale può essere per lei il senso di questa iniziativa?
Stiamo vivendo un momento inimmaginabile fino a pochi mesi fa …e spaventoso. Nulla sarà più come prima, e sogno che sia in meglio, alla fine di questo “punto zero” spero che la lezione appresa sia a livello globale quella di fare un passo indietro e ristabilire un giusto equilibrio con una natura depredata che a caro prezzo ci sta facendo sentire comunque la sua supremazia. Non oso pensare alle conseguenze se non dovessimo deciderci TUTTI ad andare in quella direzione…
A un livello più ampio, se lo pensiamo in una scala temporale più vasta, quello che stiamo vivendo è solo un attimo del nostro percorso umano evolutivo, un battito di ciglia, con un eco gigantesco e indimenticabile, però. Ecco, il senso che posso dare a questa iniziativa è semplicemente fotografare quest’attimo, con l’aprirsi e il chiudersi di un obiettivo fotografico come appunto un battito di ciglia.
Credo sia una istanza di molti, moltissimi, non penso di avere avuto una idea originale, l’intento del contenitore BeES è quello di creare unione dentro la separazione, nel mio piccolo, e con le possibilità che ho. L’opportunità imperdibile ora è quella di guardarsi intorno in questo micro spazio domestico nel quale siamo rinchiusi, per riuscire a guardarci dentro, adesso che un evento globale “esterno” ci ha costretto a fermarci, TUTTI.
- La casa, come contenitore e non come prigione, vista attraverso la fotografia, cosa ci può dire in questi momenti difficili?
La casa a livello simbolico è spazio interiore e la sua esplorazione rappresenta quindi la grande opportunità per un cambio di scala, per un passaggio dal “fuori” al “dentro”, per una rivisitazione del proprio sé, dei propri ambiti, dei propri talenti, dei propri confini, dei propri fantasmi, anche. In un momento come questo di grande costrizione questa operazione può assumere connotati di introspezione, di riflessione, può essere perfino una forma di meditazione per chi di noi riesce a cambiare sguardo e trasformare questo passaggio in una opportunità, ad esempio quella di bloccare i ritmi frenetici della nostra consuetudine di esistere e fermarci semplicemente ad osservare. Se questa osservazione viene cristallizzata per mezzo di uno scatto fotografico, ma può essere anche uno schizzo, un video, una poesia o un pensiero breve, stile haiku giapponese, allora il mezzo fotografico diventa una sorta di Mercurio alato, portatore di un messaggio dell’Anima.

- E’ prevista una apertura del progetto BeES ai bambini e agli adolescenti?
Certo! BeES nasce per essere di tutti, qualsiasi sia l’età, la provenienza geografica, sociale e culturale, ognuno di noi ha qualcosa da dire, soprattutto quando è costretto a stare in silenzio…e per di più fermo! Ognuno trova il suo mezzo di espressione, anche quando non sa di averlo, basta uno stimolo.
In particolar modo vorrei che questo stimolo arrivasse ai più giovani e ai più piccoli, che mille volte più di noi adulti credo soffrano la costrizione dello stare in casa e la rinuncia al loro mondo carico di movimento ed energia. Penso a quanto può essere grande il disorientamento di un bambino di fronte a un evento come questo che sovverte le coordinate del suo esistere.
Per questo il mio sogno è far arrivare questo progetto alle scuole, di ogni ordine e grado e vi sono particolarmente grata di veicolare questo progetto anche ai nostri figli.
Spesso nelle loro mani una macchina fotografica diventa una lampada di Aladino, dalla quale possono emergere meraviglie.

- Sembra che per lei la fotografia abbia un significato molto profondo. Come la vive?
Sono stata sempre affascinata dalla fotografia, pur non essendo così esperta del settore, dal punto di vista tecnico. Quello che mi colpisce di questo mezzo è la straordinaria capacità di creare universi paralleli, è come se l’obiettivo fotografico a certi livelli fosse il nostro “terzo occhio” capace di connetterci a intuizioni profonde e a visioni di una realtà “altra”, e di restituirci un grado di libertà percettiva molto intenso.

- Tornando alla fotografia, questa dialoga fra l’altro con il mondo del lighting design, un’altra sua competenza, oltre all’architettura.
Si assolutamente, del resto foto-grafia significa scrivere con la luce….ed anche l’architettura viene “scritta” con la luce.
Ho avuto la fortuna di conoscere il mondo del lighting 17 anni fa, grazie all’esperienza di coordinamento organizzativo del Master in Lighting Design MLD di Sapienza, fondato e diretto da Corrado Terzi, docente ordinario di Disegno Industriale, attuale coordinatore scientifico (da più di 30 anni eccellenza nella progettazione della luce in diversi settori, con lo Studio di Architettura Annunziata&Terzi).
Da qualche anno il Master è diretto da Stefano Catucci, laureato in filosofia e docente ordinario di Estetica. Questa sua competenza ha notevolmente arricchito la didattica di stimoli trasversali e complementari al settore della luce, nell’ottica di una formazione integrata, aperta a tutti i settori disciplinari. Il coordinamento didattico è invece di Marco Frascarolo, docente di Illuminotecnica presso il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, Università con la quale abbiamo stretti rapporti di collaborazione. Lui è responsabile dello Studio Fabertechnica che ha siglato prestigiosi progetti di Lighting del calibro della Cappella Sistina, tanto per citarne uno.
Poi, oltre lo staff interno, che vanta professionisti capaci come Susanna Verde ed Alessio Cimato, c’è tutto il mondo dei docenti interni Sapienza, dei docenti esterni e delle Aziende, che complessivamente danno corpo all’offerta formativa del Master. Nelle varie edizioni sono stati diversi i contributi, e di varia provenienza geografica, alcuni stranieri, tutti di un livello professionale altissimo.
Dunque da 17 anni sono immersa in questa realtà e ho potuto vivere belle esperienze, dalle installazioni multimediali della Festa dell’Architettura all’ex Mattatoio di Roma al progetto delle Linee guida per il nuovo sistema di illuminazione del Colosseo, commissionato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Soprintendenza Speciale di Roma, alla Illuminazione della vetrata della Facoltà di Matematica di Sapienza, e altri ancora.
Attualmente abbiamo da pochissimo avviato un progetto culturale che ha lo scopo di fare il punto della situazione rispetto all’esperienza finora cumulata.
Si tratta di High Light In, un contenitore virtuale che prende vita sulle piattaforme social Instagram e Facebook del Master, ma non soltanto, e ha lo scopo di selezionare i progetti di eccellenza di Lighting Designer, Artisti, Aziende che sono in contatto con la nostra realtà formativa.

- Come si immagina rispetto al progetto BeES il passaggio dalla prima fase alla seconda fase dell’emergenza?
BeES è una testimonianza di ciò che stiamo vivendo.
Contiene sfumature di tanti colori diversi.
Al momento ci sono sospiri dolcissimi ma anche urla violente nelle foto che mi arrivano.
Sogno che poi in un secondo momento ci siano canti di gioia e abbracci di commozione.
E sono fiduciosa che sarà così.

Il tema è libero: possono essere foto d’insieme o piccolissimi dettagli, a colori o in bianco nero, di persone o di oggetti, possono essere anche sketch e piccoli video (massimo 30 secondi). L’unico vincolo è che siano scattate dentro casa. Chiede di inviarle inoltre le foto di un piccolo testo (pensieri, poesie) scritti a mano e unitamente anche un file word dello stesso che sia editabile.
Aloa (intervista originale) 20-04-2020
Seguite il progetto su:
www.bees-shots.com
Instagram: bees.shots
Facebook: Best Emotional Shots
Fotografa il tempo sospeso dentro casa. Invia foto, sketches, video, testi, poesie su: www.bees-shots.com