Novità anche nell’Aula didattica a piano terra. La realtà aumentata permetterà ai visitatori una nuova visione del monumento. Nella realtà virtuale, le informazioni aggiunte o sottratte elettronicamente sono preponderanti, al punto che le persone si trovano immerse in una situazione nella quale le percezioni naturali di molti dei cinque sensi non sembrano neppure essere più presenti e sono sostituite da altre.
Nella realtà aumentata (AR), invece, la persona continua a vivere la comune realtà fisica, ma usufruisce di informazioni aggiuntive o manipolate della realtà stessa. Nello specifico la realtà aumentata permetterà ai visitatori di guardare da vicino le decorazioni.
Un restauro, finanziato dai mecenati della fondazione svizzera Evergete, ha restituito l’intera parete nord della navata sinistra con la sua raffinata decorazione e il biancore di uno stucco nel cui impasto è stata miscelata anche la madreperla.
“Sono già in programma nuovi lavori per il 2020 – spiega la soprintendente Daniele Porro – Con la Fondazione Evergète, che opera per la prima volta in Italia, abbiamo instaurato un virtuoso rapporto di collaborazione che speriamo non si concluderà con questo restauro”.
Seguirà a breve l’intervento sulla parete sud.
Secondo alcuni studiosi l’edificio, risalente al I secolo d.C., era la tomba di una famiglia, gli Statili, vicina all’imperatore Augusto, per altri era sede di culti misterici, neo-pitagorici (le sue misure hanno tutte una relazione con il numero tre) o orfici.
La differenza sostanziale fra il neopitagorismo (ed anche il neoplatonismo) e le antiche scuole pitagoriche verteva soprattutto sul concetto di verità, che per i primi succedeva alla “rivelazione” delle leggi di Dio agli uomini, mentre per i secondi all'”emanazione” di tutto il contenuto fisico naturale, che era sacralizzato e doveva essere, invece, ricercato e appreso attraverso lo strumento del numero, della figura geometrica, della logica dialettica, di una morale diversamente intesa.
Il neopitagorismo è in definitiva una setta basata sulla divinizzazione e sul culto di Pitagora (come dimostrano le numerose biografe romanzate scritte dagli stessi neopitagorici), tendente anche a conciliare la filosofica greca coi culti orientali. I neopitagorici infatti specularono sulle dottrine del filosofo di Crotone, in particolare sull’aritmogeometria, fino a giungere ad una vera e propria aritmosofia, considerata sapienza di ordine superiore ricavata da un’analisi metafisica dei primi numeri interi (Uno=Unità=Monade, Due=Duplicità=Diade, Tre=Triplicità=Triade): nelle entità matematiche risiedono le verità ultime dell’universo e dell’essere ed i modi di descrivere essi.
L’Orfismo è un movimento religioso, sorto in Grecia presumibilmente verso il VI secolo a.C. intorno alla figura di Orfeo.. La figura di Orfeo – collegata a quella di un antico “missionario” greco in terra tracia, che vi perse la vita nel tentativo di trasferire il culto di Apollo – potrebbe essere precedente alla sua adozione da parte dei maestri religiosi orfici del VI secolo a.C. Il suo inserimento nelle correnti che si fanno eredi del suo nome «era dovuta a qualcosa di più che non ad un vago sentimento di venerazione per un grande nome dell’antichità»; frutto, piuttosto, da una parte della necessità di ereditare le credenze sulla “possessione” divina, propria dell’esperienza dionisiaca, dall’altra della convinzione di dover prolungare quelle pratiche di “purezza”, che erano proprie dei Misteri eleusini; tutto ciò corrisponde ai due elementi fondanti delle dottrine orfiche:
- la credenza nella divinità e quindi nell’immortalità dell’anima;
- da cui consegue, al fine di evitare la perdita di tale immortalità, la necessità di condurre un’intera vita di purezza.
Gli ultimi studi della Soprintendenza di Roma tendono a avallare entrambe le interpretazioni in maniera sequenziale. Nel 2020 una nuova luce illuminerà gli stucchi interni, dando nuova vita a dello opere d’arte per lo più sconosciute.
“In un futuro spero non troppo lontano, c’è anche la risistemazione dell’entrata su piazza di Porta Maggiore, che andrà ampliata e l’esterno realizzato con rivestimento in travertino: il progetto c’è già”, spiega Anna De Santis, direttore del monumento.