Sarà ricostruita la Cella del Partenone: il Consiglio Archeologico Centrale Greco -Κεντρικό Αρχαιολογικό Συμβούλιο – (ΚΑΣ) ha comunicato che una parte del Partenone sarà ricostruita, per la prima volta utilizzando, per lo più, i materiali che sono ancora presenti sull’Acropoli.
Per la ricostruzione, saranno utilizzati gli studi degli architetti Manolis Korres e Charalambos Bouras, riassunti nel volume “Progetto di Restauro del Partenone”, che elencava 12 interventi, di Anastilosi, da realizzare per ripristinare, per quanto possibile, lo stato dell’edificio originale. Korres nella sua ricerca ha identificato molti elementi, del Partenone, sparsi sull’Acropoli dai Turchi, per rimuovere il piombo delle grappe.
“L’anastilosi: in archeologica, ricostruzione di antichi edifici, specialmente dell’antichità classica, ottenuta mediante la ricomposizione, con i pezzi originali, delle antiche strutture”.
Dell’edificio originale, del V secolo a.C., il Partenone, il tempio di Atena al centro dell’Acropoli di Atene, ormai rimane poco.
È stato Chiesa cristiana durante l’epoca bizantina, Moschea durante la dominazione ottomana della Grecia, distrutto da una bombarda veneziana nel 1687, fu spogliato dei rimanenti tesori scultorei nell’800, da parte degli inglesi, ancor oggi tenuti in ostaggio al British Museum.
Il ΚΑΣ ha deciso di ricostruire la “cella” del Partenone, che un tempo ospitava la statua crisoelefantina (di oro e avorio) di Athena Parthenos, scolpita da Fidia e dedicata alla dea, nell’anno 439 o 438 a.C. La statua di Athena Parthenos, alta 12,75 metri, rappresentava Athena armata di lancia, scudo ed elmo, accompagnata da un serpente. Il suo braccio destro era disteso davanti a lei e la sua mano reggeva una statua, la Nike, simbolo di vittoria. La statua di Athena Parthenos rimase nella sua cella fino al V secolo d.C., quando un incendio la distrusse.
Chi sono Manolis Korres e Charalambos Bouras?
Manolis Korres (Atene 1948)
“Il Dr. Korres è il principale studioso sull’archeologia dell’Acropoli ateniese. Fu capo architetto del progetto di restauro dell’Acropoli, e in quella posizione diresse lo studio delle tecniche di costruzione e dei materiali usati nei suoi edifici storici. Il Dr. Korres ha lavorato all’Acropolis Restoration Project per più di 20 anni e ha pubblicato oltre 11 libri e 100 articoli sull’argomento. Ha conseguito un dottorato in architettura e ingegneria presso la Freie Universität di Berlino ed è ora professore presso l’Università tecnica nazionale di Atene.”
Charalambos Bouras (Preveza 17 luglio 1933 – 27 luglio 2016)
Charalambos Bouras è stato un importante architetto greco di restauro, ingegnere e professore di storia dell’architettura. Tra i suoi contributi più importanti sono i suoi lavori di restauro sull’Acropoli di Atene, Brauron e il monastero di Hosios Loukas , nonché la raccolta dei suoi libri e articoli scientifici.
Il lavoro di ricostruzione del Partenone, che si concentrerà sulla cella, fa parte del nuovo corso greco di anastilosi dei monumenti nazionali greci; utilizzerà 360 pezzi di marmo e pietra, oggi, giacenti sul pavimento dell’Acropoli, con un lavoro, previsto, di oltre 5 anni per essere completato.
La cella, anch’essa in origine decorata con diversi colori, sarà ricostruita con l’ausilio di immagini o rappresentazioni grafiche del passato. In seguito il restauro includerà anche il posizionamento del fregio e l’architrave con gli elementi rimasti, dopo il trafugamento di Lord Elgin nel 1810 e dopo l’assedio turco del 1822, e con i calchi realizzati in seguito.
Architrave in mattoni prma dell’intervento di Balanos
Nel 2001 un architrave in marmo pentelico sostituì l’architrave in cemento armato, eseguito da Balonos nel 1923, con un intervento di derestauro.
Riepilogo dei lavori di restauro del Partenone:
- 1895 I primi lavori di restauro, eseguiti dall’architetto e archeologo greco Nikolaos Balànos direttore dei restauri dell’Acropoli;
- 1898-1902, 1911, 1913 – (Nikolaos Balànos) lavori statici e di manutenzione sulla trabeazione dei lati occidentali e orientali del tempio;
- 1923-1933 – (Nikolaos Balànos) – restauro di tutto il colonnato nord e parte di quello sud, intervento sui muri lunghi della cella e sulla porta occidentale (anastilosi del colonnato nord e di una parte di quello sud, l’anastilosi parziale del pronao della parte ovest, del frontone est);
- negli anni ’40 cominciò ad apparire evidente l’influenza catastrofica del ferro così largamente impiegato negli interventi di Balanos;
- 1983 Pubblicazione dello Studio della ristrutturazione del Partenone di Bouras e Korres. 2° Incontro internazionale per il restauro dei monumenti dell’Acropoli;
- 1986-1991 Restauro della facciata est del Partenone;
- 1986 Trasporto delle sculture del frontone est del Partenone al Museo dell’Acropoli;
- 1992-1993 Trasporto del fregio centrale del Partenone al Museo dell’Acropoli.
- 1995-2004 Restauro del pronao del Partenone;
Si ricordano le correzioni ottiche del Partenone:
Articolo di Bernard Cache scritto a proposito dell’uscita del libro di Claudio Tiberi “Architetture Periclee e classicità”.
“Questa conclusione diventa sempre più plausibile nel momento in cui si considerano gli ordini di grandezza usati dai greci per eseguire le famose correzioni ottiche citate da Vitruvio. Quello che un’attitudine classicista persiste nel qualificare come una “deviazione dalle strette regole della geometria” ci sembra al contrario testimoniare una perfetta maestria. Rilevati solo a partire dal XIX secolo, pur essendo assai spesso impercettibili ad occhio nudo, si individuano generalmente tre tipi di “affinamenti” la cui regolarità dimostra che non si ha a che fare con una incapacità, bensì di effetti perfettamente controllati.
Il primo tipo consisteva nell’introdurre una leggerissima curvatura sui principali spigoli del tempio: il basamento (lo zoccolo a tre livelli, l’ultimo dei quali è lo stilobate), la trabeazione e la base del frontone. La convessità così introdotta presenta una freccia dell’ordine da 2 a 11 cm, vale a dire una correzione di ordine millesimale. La curvatura doveva avere delle ragioni sia pratiche -favorire il defluire delle acque verso l’esterno- che estetiche, correggendone l’illusione di schiacciamento dato dalle linee rette di fuga.
Altro affinamento notevole, il più diffuso e senza dubbio il più noto: il profilo delle colonne, chiamato in greco entasis… Nelle epoche classica ed ellenistica il rigonfiamento, che non supera mai il diametro inferiore del fusto, si attesta tra lo 0.9 ed il 2.4% della sua altezza (1.6% nel Partenone)… L’entasis ha potuto mettere in evidenza, all’origine, un gusto estetico ed un effetto stilistico, tali da dare l’impressione che le colonne tendano (questa è l’idea contenuta nella parola entasis) i loro muscoli al di sopra del basamento.
A tali affinamenti di curvatura occorre aggiungere l’obliquità delle colonne, il cui asse è inclinato verso l’esterno -essendo quelle degli angoli più spesse (al Partenone più di 4 cm) per apparire meno gracili- e lo spessore dei muri che diminuisce dal basso verso l’alto, inclinandosi la loro faccia esterna verso l’interno, così come gli stipiti delle porte. L’edificio guadagna così un senso di densità e di stabilità.
Se si considera l’insieme degli edifici greci, la presenza di tali affinamenti non è affatto diffusa: la maggior parte non li hanno conosciuti o non ne hanno applicato che un solo aspetto… Ma è proprio nel Partenone che i tre principali affinamenti, difficili da applicare e costosi per via dell’esclusione della standardizzazione dei blocchi, sono stati messi in opera nel modo più evidente.
Il Partenone non è un solido estruso, ma un insieme di superfici curve, talmente leggere e tenui che la loro modellizzazione richiede un grado di precisione molto elevato al punto che, per descriverlo, un modellatore esatto diventa più efficace di uno poliedrico.“
Sotto l’Acropoli, occorre ricordare il museo dell’Acropoli di Atene degli architetti Bernard Tschumi e Michael Photiadis, con una superficie di circa 25.000 metri quadri, su tre livelli, di cui più di 14.000 destinati all’esposizione.
Importante è “il piano destinato ai marmi del Partenone dove è possibile seguire l’intero svolgersi della narrazione di Fidia (V sec. a.C.) sui due registri: quello del fregio interno, originariamente posto dietro le colonne che circondavano il tempio e quello delle metope che scandivano la parte superiore degli architravi, all’esterno. La visita permette di trovarsi al cospetto delle opere come se si fosse sulle impalcature, al tempo della loro realizzazione, al seguito del maestro e dei suoi committenti, come immaginato nel famoso dipinto di Lawrence Alma-Tadema (1868) al Museums and Art Gallery di Birmingham.
Emmanuele Lo Giudice ( nel 2015) intervista Bernard Tschumi:
(…) ELG: Nel suo progetto “New Acropolis Museum”, analizza in modo innovativo il tema del museo. Qual è l’elemento più caratteristico di questo progetto?
BT: Il nostro progetto per l’Acropoli è un progetto che sviluppa principalmente due temi, il movimento e il tempo. Sotto quest’ottica abbiamo ri-concettualizzato i marmi del Partenone, esponendoli come una sequenza dinamica o cinematografica, da leggere in movimento. Il British Museum ha mai capito che il fregio non è una serie di “tableaux” statici di fronte ai quali sedersi, come invece hanno fatto a Londra.
ELG: Negli anni ’70 ci siamo trovati in una profonda crisi economica e petrolifera, per certi simile a quella che stiamo vivendo ora. In quegli anni, New York aveva ancora un forte di attrazione, di richiamo nonostante la crisi. Secondo lei, quale città oggi ha la stessa forza di New York degli anni ’70?
BT: Tutte le grandi città con un passato e un presente significativo, sono oggi città in crisi. Questo perché sembrano incapaci di proiettarsi nel futuro. La cosa positiva considerando le loro condizioni, è che città come Londra, New York, Tokyo e persino Roma o Milano possono sempre ospitare al loro interno sacche ricche di inventiva e di immaginazione.
ELG: Le sue opere architettoniche sono legate all’arte, alla filosofia e al cinema. Chi o cosa l’ha influenzata maggiormente?
BT: Scrittori, registi, artisti, architetti, matematici, sono tutti importanti perché l’architettura non è una categoria autonoma o chiusa in se stessa, ma abbraccia concetti ed esperienze sensoriali, teoria e pratica, relazioni materiali e sociali.
ELG: Che cosa è più importante a suo parere? Il passato, presente o futuro?
BT:Il futuro, perché contiene in se, sia il nostro passato che il nostro presente.
Link e foto
- http://www.federica.unina.it/
- https://www.vanillamagazine.it/
- http://iirps-athens.org/
- https://www.hellenistic-alexandria.com/
- https://en.wikipedia.org/
- https://www.danielemancini-archeologia.it/
- https://greece.greekreporter.com/
- http://www.treccani.it/
- http://www.antoniodeleo.it/
- https://www.lindiceonline.com/
- https://www.archphoto.it/
- https://architettura.unige.it/