La Provincia di Trento: rigenerare nel rispetto dell’ambiente
Si è svolta recentemente, la sesta edizione (2013-2016) del Premio Costruire il Trentino, riguardante i progetti realizzati nel campo dell’architettura, dell’infrastrutture, dell’arredo e della trasformazione in generale del territorio, della Provincia Autonoma di Trento, istituito dal CITRAC (Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea) nel 1997, con il Giornale dell’Architettura media partner; la mostra è aperta presso la Galleria Civica di Trento fino al 4 marzo 2018.
Hanno sintetizzato le opere, presenti nella mostra, Marco Piccolroaz e Luca Valentini, architetti allestitori della mostra, con le seguenti frasi: «La mostra nella sua completezza tenta di raccontare, come diventare moderni e ritornare alle origini; come far rivivere una vecchia civiltà dormiente e partecipare alla civiltà universale».
Tra le opere premiate ci sono state :
- Il progetto (1997-2009) dell’ Arch. Francesco Collotti e dell’Arch. Giacomo Pirazzol, Forte Pozzacchio nei Comuni di Trambileno e Vallarsa;
- Il rifugio Pradidali (2017), Pale di San Martino (Tonadico), progetto di Mimeus.
Francesco Collotti e Giacomo Pirazzol hanno descritto il progetto del recupero di Forte Pozzacchio:
“(…) Incompiuta allo scoppio della Grande Guerra, la fortezza austroungarica ipogea di Pozzacchio (dietro Rovereto) è uno dei luoghi del sistema (di forti, trincee, osservatori etc.) ove da anni lavoriamo per risignificare paesaggi fortificati. (…) Nelle sale scavate a volta NON rifacciamo stanze di legno COM’ERANO quanto piuttosto DOV’ERANO, concettualizzando i materiali; invece del legno il ferro – grigliato per gli orizzontamenti, per uno “sguardo trasparente” su quel che c’era, la traccia; e le stanze nella grotta divengono “teche rovesce” illuminate nell’interstizio perimetrale, per veder lo scavo (…) sul campo abbiamo ritrovato tra le macerie le sedi dei tubi ottici puntati verso una “insospettabile” casa nella valle, stazione di collegamento tra le fortezze: così un laser 36 installato nell’originaria posizione segnerà nella notte questo racconto di memoria. (…)”
Il progetto di rigenerazione del rifugio Pradidali, dello studio Mimeus (collettivo di giovani ingegneri e architetti nato nel 2015), ha avuto come oggetto il vecchio bivacco invernale del rifugio Pradidali (quota 2278 slm.). Il rifugio, realizzato dai volontari della sezione CAI di Treviso, è utilizzato dagli alpinisti nel periodo di chiusura del rifugio principale, come base per le ascensioni sul gruppo dolomitico delle Pale di San Martino. La ristrutturazione ha mantenuto il vecchio basamento in pietra, sopraelevandolo con un guscio metallico, a doppia falda, in metallo. L’interno è stato diviso in tre livelli, per aumentare la possibilità di utilizzo, rivestito in legno, con una grande finestra che a affaccia su un meraviglioso panorama.
Riportiamo il commento introduttivo di Biraghi e le motivazioni della selezione:
“(…) si tratta in molti casi di costruzioni di natura tecnica e infrastrutturale (…), trattate con una considerazione per le loro funzioni ma anche per il loro aspetto estetico e per il rapporto con il territorio all’interno del quale si inseriscono. (…) senza indulgere in ormai desuete mimesi stilistiche e formali, quanto piuttosto reinterpretando la tradizione trentina alla luce di un’idea di vita attuale; una vita nella quale gli standard e gli spazi devono rispondere alle esigenze contemporanee ma al tempo stesso in cui forme, misure e materiali devono accordarsi con la natura del luogo dalla forte identità in cui sorgono. (…)”
La Regione della Ruhr e Nijmegen nei Paesi bassi: rigenerare per risanare l’ambiente
La regione della Ruhr, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, ha una popolazione di più di cinque milioni di abitanti e contribuisce alla produzione nazionale, con il suo 15% del PIL. Nel 1961 Willy Brandt dichiarò: “Il cielo sopra la Ruhr deve tornare a essere di nuovo blu”. In origine, tutto iniziò con Friedrich Krupp, quando costruì una piccola fonderia nella città, cominciò a cambiare nel 1986, quando fu chiuso l’ultimo giacimento di carbone e si realizzò il sogno di W. Brandt, nel 2017 con Essen capitale verde europea 2017. La trasformazione verde si è realizzata, grazie, oltre alla chiusura delle miniere, a dodici importanti progetti, tra cui i tagli delle emissioni di CO2, la costruzione di piste ciclabili, il recupero dell’acqua piovana, bike sharing, mezzi di trasporto pubblici elettrici e nella costruzione di grandi aree verdi e parchi. Nella regione non c’era un sistema fognario, le falde acquifere erano inquinate e si usava l’acqua del fiume Ruhr depurandola. Oggi esiste una efficiente rete fognaria e si recupera l’acqua piovana. Passaggio fondamentale di questo viaggio “verde” è stato il recupero delle miniere di carbone di Zollverein diventate musei e centri culturali e dal 2011 patrimoni dell’umanità Unesco. La sua trasformazione vuole essere un modello per tante altre città (ex) industriali; città come Nijmegen, in Olanda, al quale è già stato assegnato il premio come capitale verde d’Europa nel 2018.
Nijmegen è la città più antica dei paesi Bassi, di 170.000 abitanti, in continua espansione, con aree lavorative, abitative e ricreative separate. Recentemente grazie al coinvolgimento dei cittadini e degli imprenditori, sta creando spazi urbani più integrati e sta realizzando un percorso che la porterà nel 2045 a prova di clima.
Link e foto:
- http://www.mart.tn.it/costruireiltrentino
- http://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2018/01/31/quei-misurati-gesti-che-costruiscono-il-trentino/
- http://ad.vfnetwork.it/architettura/2018/01/30/costruire-il-trentino/
- http://www.acrilforte.it/public/A%20riveder%20le%20stelle.pdf
- http://www.mimeus.it/progetti/bivacco.html
- https://www.eniday.com/it/sparks_it/essen-capitale-europea-verde/
- http://www.buongiornoonline.it/2017/12/25593/
- https://greencapital2018.nl/en/