Il criptoportico (dal greco “nascosto” e dal latino “portico”), era per metà o per trequarti sotterraneo, a sostegno di un terrapieno, allo scopo di fornire un luogo fresco in estate e riparato in inverno, con temperature costanti. Illuminato da feritoie nelle volte, era affacciato, di solito, su giardini. Il criptoportico, italico, era spesso uno spazio pubblico, una struttura di prestigio legata tanto al culto imperiale, quanto all’autocelebrazione dei notabili locali. I criptoportici potevano essere una sorta di luogo “cerniera” tra il sacro (l’area sacra e i relativi edifici templari) ed il profano (cioè la vera e propria “pubblica piazza”). Si ricordano i criptoportici di Castel Gandolfo (lungo 300 metri), di Pompei e i due di Villa Adriana, etc.
Roma: Criptoportico Neroniano
A Roma, dal 21 aprile (Natale di Roma), sono stati svelati i segreti delle decorazioni e degli schemi pittorici di spazi, finora accessibili solo con visite guidate, del Foro Romano e del Palatino e nell’area occupata dalla Casa d’Oro (Santa Maria Antiqua; Tempio di Romolo; Loggia Mattei, l’Aula Isiaca, case di Augusto e di Livia, criptoportico Neroniano e museo Palatino); i percorsi sono stati attrezzati con videoproiezioni, lightmapping, voci narranti e nuovi supporti divulgativi.
Alfonsina Russo: “Si potrà definitivamente attraversare il Criptoportico “neroniano” – una galleria che serviva a mettere in comunicazione i vari corpi di fabbrica del palazzo imperiale (…)”.
Il criptoportico, situato sito sul lato orientale della Domus Tiberiana, lungo 130 metri, serviva a unire la Domus Aurea con i palazzi imperiali.
Lo spazio sotterraneo, danneggiato dal grande incendio del 64 d.C., con affreschi e marmi ancora visibili che testimoniano l’esistenza della Domus Transitoria, il primo progetto di Nerone per una grande reggia, circa un chilometro in linea d’aria, che collegava il palazzo imperiale con i famosi Giardini (“Horti”) di Mecenate sul colle Esquilino. La Domus Aurea, identificata con il padiglione del colle Oppio, ricostruita dopo l’incendio scoppiato al Circo tra il 18 e il 19 luglio del 64 d. C., era estesa per circa ottanta ettari oltre il Palatino, l’Esquilino e parte del Celio. La Casa d’Oro era un palazzo all’altezza gli altri palazzi dinastici del Mediterraneo, con oro, marmi e con le cosiddette “grottesche”, del pittore Fabullo, che all’indomani della scoperta si moltiplicarono nei palazzi rinascimentali. Il Palazzo comprendeva giardini “all’inglese” e “all’italiana”, degradanti verso la valle, dove fu realizzato un bacino artificiale. Il bacino artificiale prosciugato dal sobrio generale Vespasiano per costruire il futuro Colosseo.
Il progetto di riqualificazione del Colle riguarda anche l’eclatante scoperta fatta nel 2009 da un team archeologico italo-francese (Soprintendenza speciale ed École Française di Roma), nella Vigna Barberini: il luogo più panoramico del Palatino. Si tratta di un edificio di età neroniana, al cui interno si trova un pilone rotondo di quattro metri di diametro, probabilmente la sala che Svetonio definiva “rotunda” della Domus Aurea e che «girava su se stessa tutto il giorno, continuamente».
Françoise Villedieu, direttrice dell’équipe francese: «Le reazioni dei frequentatori del salotto posto in alto, che girava lentamente, erano sicuramente di meraviglia: nessun’altra reggia poteva vantarne uno simile. L’abbiamo immaginato con una copertura a cupola retta da colonne di marmo, e possiamo ipotizzare che fosse impreziosito da materiali rari e lussuosi, tanto amati dall’imperatore. Era un congegno davvero unico, che non solo ha stupito i contemporanei, ma continua a suscitare viva curiosità e ammirazione».
Il criptoportico di Aosta
Il criptoportico di Aosta, con la funzione di contenimento e di regolarizzazione del terreno, è costituito da una galleria a due navate, voltate a botte, con una sequenza centrale di archi ribassati, articolata su tre lati. Aosta romana aveva anche un piccolo stadio, idea rafforzata da successivi ritrovamenti nei sotterranei del museo archeologico e nell’antistante piazza Roncas, di Aosta, con dimensioni di 75 per 35 metri, con spalti sui due lati e un’esedra (un piccolo emiciclo con la tribuna principale), nella parte Ovest.
Il criptoportico romano di Vicenza
Il criptoportico romano di Vicenza del I sec. d.C, un grande corridoio coperto, faceva parte di una ricca casa urbana di Vicenza, nel quartiere sud-occidentale della città romana. Scoperto e scavato nel 1954, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, venne costruito sfruttando il dislivello naturale del terreno e alla quale si accedeva da una scaletta a due rampe, con un ingresso piuttosto stretto La pianta del criptoportico è a forma di U e misura 29,5 m nel braccio centrale e m 27,35 nei bracci laterali. Le pareti erano rivestite da un intonaco a marmorino.
Link e Foto:
- http://www.treccani.it/enciclopedia/criptoportico
- http://www.romeguide.it/?pag=visite_guidate&ID=458
- http://www.duepassinelmistero.com/Aostasotterranea.htm
- http://www.ansa.it/viaggiart/it/place-10514-criptoportico-forense-di-aosta.html
- http://www.lovevda.it/it/banca-dati/8/architettura-romana/aosta/criptoportico-forense/1259
- https://www.ilmessaggero.it/roma/cultura/luoghi_segreti_del_palatino
- http://www.archeoveneto.it/portale/wp-content/filemaker/stampa_scheda_estesa.php?recid=97
- http://espresso.repubblica.it/visioni/2018/03/19/news/nerone-al-palatino-riapre-al-pubblico
- http://www.archeoroma.com/Palatino/criptoportico_neroniano
- http://www.archeostorie.it/s-u-p-e-r-parco-archeologico-del-colosseo/
- http://www.pontuali.com/marco/it/blog/380-notizie/274-nerone-torna-al-colosseo