L’Architetto Frida Escobedo (1979) con studio, dal 2006, in Città del Messico, ha iniziato a lavorare principalmente sugli edifici urbani dimenticati e in disuso di Città del Messico. La Città del Messico, ha materiale interessante, su cui lavorare, con i suoi ventidue milioni di abitanti e un insieme di quartieri diversificati e stratificati. L’architetto messicana, con gesti minimi ma efficaci, utilizzando eleganti tessiture di materiali ordinari, ha riqualificato spazi pubblici, complessi immobiliari, realizzato piccoli ampliamenti e abitazioni private, unendo la spontaneità locale al rigore contemporaneo.
Precedentemente aveva lavorato in qualità di Co-direttrice dello studio Perro Rojo e nel 2010 era stata chiamata, dallo studio Herzog & de Meuron, per partecipare al progetto di Ordos 100 (città sperimentale nel cuore della Cina che ha coinvolto 100 architetti emergenti nel mondo).
Uno dei temi principali trattati dalla Escobedo è stato l’abitare collettivo, tra cui un prototipo di edilizia incrementale con volume voltato, nel quale gli interni variano secondo l’esigenze degli abitanti. Altro tema importante, trattato dall’Architetto, è stato la rigenerazione degli spazi pubblici, tra cui, a Cuernavaca (attraverso la vittoria di un concorso), un museo e un workshop collegato con lo spazio esterno attraverso le due facciate inclinate con murales dell’artista Siqueiros, nella sua casa- studio. Il progetto innovativo ha unito la storia alla modernità, nel rispetto della sostenibilità e dell’ecologia. Con la nota del governo messicano “Guardiamo al passato per andare avanti”, il progetto ha partecipato alla Biennale di Architettura di Venezia del 2012, all’interno del padiglione messicano.
Negli Stati Uniti, l’Architetto, ha partecipato alla Chicago Architecture Biennial, che aveva il motto “Make New History”, un’architettura votata al progresso nel solco della tradizione, un tema a lei congeniale applicato nel suo Messico. In Europa dopo aver partecipato alla Triennale di Lisbona nel 2013, realizzato un padiglione di specchi al Victoria and Albert Museum di Londra, nel 2016 ha vinto AR Emerging Architecture Award.
Nel 2018, dopo l’incarico a famosi architetti (tra i quali Bjarke Ingels Group (BIG), 2016; Herzog & de Meuron e Ai Weiwei, 2012; Peter Zumthor, 2011; Jean Nouvel, 2010; Kazuyo Sejima and Ryue Nishizawa, SANAA, 2009; Frank Gehry, 2008; etc.) è arrivata l’incarico per il padiglione estivo, nei Kensington Gardens, della Serpentine Gallery. Il progetto prevede, rifacendosi alla parete tipica messicana “celosia”, due aree rettangolari racchiuse da pareti vedo-non-vedo di colore grigio scuro, realizzate con semplici tegole di cemento, solitamente impiegate per i tetti delle case inglesi. All’interno del padiglione, dove ci sarà anche una piscina triangolare, incorporata nel pavimento con una tettoia a specchio leggermente incurvata, saranno programmati eventi d’arte, d’architettura, di musica, di cinema e di danza.
Il suo impegno per il lavoro e la consapevolezza della condizione femminile, anche nelle arti, è sempre presente, come di seguito, da lei, riassunto:
“… sempre di più, in questo (l’architettura) e in tutte le aree, le donne diventeranno più presenti e presto verrà il punto in cui non ci preoccuperemo del genere, ma del talento e del lavoro. Sarebbe la vera correttezza”.
La città di Ordos (Cina)
La prima villa della nuova città cinese è nata come ibrido tra la tenda mongola (“yurta”) e la casa a corte cinese e come spiegano i progettisti, gli architetti di Yazdani Studio: “Il progetto mette in atto i tre concetti fondamentali di circolazione, metamorfosi e leggerezza”. In realtà il progetto della nuova “città dai molti palazzi” (il significato di Ordos), ad oggi non è propriamente riuscito, la città sembra essere diventata quasi una città fantasma e non è riuscita in pieno a rispettare l’idea di abitazione mongola. Per il progetto Ordos 100 erano stati incaricati Herzog & de Meuron e Ai Weiwei al massimo del sui successo in Cina nel 2008, per lo stadio delle Olimpiadi; da quel momento Ai Weiwei ha cominciato ad avere problemi con il Governo Cinese e il progetto delle cento case non è stato realizzato completamente.
Città del Messico
L’architetto Escobedo, in una intervista, ha consigliato dieci interessanti luoghi dove andare in Messico City, tra cui:
- La Plaza de las Tres Culturas (Piazza delle tre culture) a Tlatelolco, nelle cronache per i fatti sanguinosi del 1968, cuore commerciale della civiltà atzeca, con le rovine dei templi aztechi, edifici coloniali e del XX secolo;
- Le gallerie d’arte contemporanea Joségarcía, (Calle Sabino, a Santa Maria la Ribera) e la Galeria OMR a Colonia Roma, in un bellissimo edificio progettato dal giovane architetto Max Von Werz; vicino si trova, a Colonia Ampliación Daniel Garza, una tasca nascosta della città che contiene tre fantastici spazi nelle immediate vicinanze, Casa Luis Barragan, Galleria del Lavoro e Archivo;
- Xochimilco, zona ancora coltivata a Chinampas, un metodo di agricoltura sviluppato prima che arrivassero gli spagnoli, con un mercato delle piante insolite.
Città del Messico oggi è diventata la capitale della Street Art mondiale. Si possono trovare le creature primitive di Sego Y Obval, i coloratissimi serpenti piumati di Curiot e anche le opere del bolognese Blu.
Non solo street art, in Città del Messico ci sono altre istituzioni importanti:
- nel quartiere della Condesa la galleria Kurimanzutto, una delle gallerie più influenti del mondo, (tra i tre suoi soci Gabriel Orozco, una delle punte di diamante dell’arte plastica contemporanea);
- nel colonia della Roma, il MUCA, il Museo Universitario di Scienza e Arte, con un coworking, una ludoteca e una biblioteca aperta al pubblico, completamente gratuita. Il quartiere, fondato da un ricco britannico circense che battezzò le strade con i nomi delle città in cui gli spettacoli ricevevano più applausi, fu quasi distrutto dal terribile terremoto del 1985, di seguito si spopolò rimanendo abbandonato per anni, fino all’avvento dell’esercito di artisti alternativi che l’hanno rivitalizzata in questi ultimi anni;
- il FARO –Fabricas de Artes y Oficios de Oriente, la cui sede è stata progettata dall’architetto Alberto Kalach, nato per proporre uno spazio alternativo alla insicurezza della città. Vi si organizza corsi e attività di arte plastica, fotografia, teatro, musica, disegno di mobili, grafica, teatro, concerti e linguaggio dei segni.
Link e foto:
- https://www.architetti.com/serpentine-pavilion-2018-frida-escobedo.html
- http://www.artribune.com/progettazione/architettura/2017/08/frida-escobedo-messico/
- http://www.artribune.com/progettazione/architettura/2018/02/londra-serpentine-pavilion-2018
- https://www.domusweb.it/it/notizie/2018/02/09/londra–frida-escobedo
- http://www.artribune.com/dal-mondo/2017/02/reportage-citta-del-messico-arte-contemporanea/
- http://www.archiportale.com/news/2009/06/architettura/la-prima-delle-100-ville-per-ordos-city
- https://undiaunaarquitecta.wordpress.com/2016/02/20/frida-escobedo-1979/
- http://www.foldmagazine.com/frida-escobedo-guide-mexico-city
- http://www.archiportale.com/news/2013/02/architettura/la-tallera-siqueiros
- http://www.archilovers.com/projects/76931/la-tallera-siqueiros.html